mercoledì 30 luglio 2008

BRUNO, BERTOLASO STA GIOCANDO SPORCO. SI DIMETTA!

Sull'argomento il Presidente di Vento del Sud ha
dichiarato:

"Bertolaso sta imbrogliando. A poco alla volta (metro
dopo metro) si sta impossessando di tutta la selva di
Chiaiano. Ieri sera grazie al pronto intervento della
popolazione di Marano, Chiaiano e Mugnano che si oppone alla
follia di realizzare una mega discarica nell'unico vero
polmone di verde ancora esistente a Napoli, a un chilometro
da grandi ospedali e in una zona densamente abitata, è
stato impedito che i blocchi con il filo spinato
raggiungessero le abitazioni del Parco Poggio Vallesano,
ubicato a due passi dal presidio permanente dei cittadini in
lotta. E' evidente che Bertolaso sta imbrogliando. Si
dimetta subito e vada via da Napoli e dalla Campania per
sempre".

martedì 29 luglio 2008

BRUNO : IL GOVERNO FACCIA QUALCOSA DI CONCRETO PER IL SUD

Sull'argomento il Presidente dell'Associazione Vento
del Sud Raffaele Bruno ha dichiarato:

"Il recente Rapporto Svimez sull'economia del
Mezzogiorno presentato a Roma recentemente dimostra che la
situazione del Mezzogiorno non è affatto confortante: la
disoccupazione resta al di sopra del 20% e in alcune aree
quella giovanile supera addirittura il 40%, la differenza
del Pil tra Centronord e Sud e, a dir poco abissale (17.480
euro rispetto a 30.398). La misura del divario diventa
impressionante, quando si mettono a confronto, su scala
europea, i dati della crescita economica a partire dal 2000:
mentre la Spagna ha un incremento del 4,9%, l'Irlanda del
5,5%, la Grecia del 6,2%, il Mezzogiorno italiano fa
registrare un modestissimo 2%. Il Mezzogiorno necessita di
risposte chiare ed immediate ed il governo Berlusconi che si
è impegnato in Campagna elettorale a dare immediatamente
segnali positivi di attenzione nei confronti del Sud, inizi
a dimostrare che fa sul serio, col dare un Salario minimo di
inserimento sociale ai giovani che a diciotto anni scelgono
di non andare all'Università e vogliono impegnarsi in un
lavoro di utilità sociale nel campo della Protezione
civile o nel volontariato, avviando lo sviluppo sostenibile,
dalle infrastrutture: costruzione di acquedotti, case
popolari da dare alle famiglie con il mutuo sociale,
revisione e rifinalizzazione dei finanziamenti europei,
concentrandoli in grandi programmi di cooperazione
mediterranea e di crescita vera del Mezzogiorno".

sabato 26 luglio 2008

DENUNCIA DI BRUNO: IN CAMPANIA CRIMINE ECOLOGICO!

IN 15 ANNI I COMMISSARI STRAORDINARI SULL'EMERGENZA
RIFIUTI HANNO SPERPERATO OLTRE DUE MILIARDI DI EURO

CAMPANIA: CRIMINE ECOLOGICO

di Raffaele Bruno (Presidente Associazione Vento del Sud)

Anche se la Campania è stata parzialmente ripulita
grazie all'intervento drastico di Berlusconi, resta un
disastro che non si può che definire vero e proprio
crimine ecologico. In 15 anni i commissari straordinari
sull'emergenza rifiuti hanno decapitato oltre due miliardi
di euro, per produrre oltre sette milioni di tonnellate di
"ecoballe", che di eco non hanno proprio nulla: trattasi
di rifiuti tal quale, avvolti in plastica che non si possono
né incenerire, né seppellire perché inquinerebbero le
falde acquifere. Buona parte di queste cosiddette ecoballe,
accatastate fuori la città di Giugliano, in provincia di
Napoli, infestano con il loro pergolato puzzolente quelle
splendide campagne denominate "Taverna del Re".

La regione Campania (una volta definita "Campania
Felix", tanto erano fertili i suoi campi agricoli) è
stata ridotta da venti anni a questa parte a sversatoio
nazionale dei rifiuti tossici e nocivi. Esponenti della
camorra in combutta con politici locali hanno sversato con
migliaia di Tir carichi di rifiuti tossici
provenienti da ogni parte d'Italia (in particolare da
Lombardia, Toscana e Triveneto) e sono stati sepolti dalla
camorra nel cosiddetto Triangolo della morte (Acerra –
Nola- Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Comuni a Nord di
Napoli – Giugliano- Villaricca-Qualiano) e nelle campagne
del casertano (una volta Terra di Lavoro).

In queste zone si è consumato il disastro della
politica ormai subordinata ai potentati economici e
finanziari. La Campania è stata gestita dal 1994 da ben
dieci Commissari straordinari per l'emergenza ai rifiuti,
scelti da vari governi nazionali che si sono succeduti alla
guida del nostro Paese senza risolvere il problema rifiuti
che non è solo quella dei cumuli di immondizia per le
strade.

Oggi la Campania ha raggiunto gli stessi livelli di
tumore del Nord – Est europeo, che però ha fabbriche e
lavoro. Noi senza sviluppo e lavoro, per i rifiuti siamo
condannati alla medesima sorte. Il nostro non è un
disastro ecologico, ma un crimine ecologico, frutto di
decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari.
Ne è prova il fatto che Prodi, a governo scaduto, abbia
firmato due ordinanze con le quali si permetteva di bruciare
le ecoballe di Giugliano nell'inceneritore di Acerra,
un'altra che permetteva di dare al Cip 6 (la bolletta che
paghiamo all'Enel per le energie rinnovabili) ai 3
inceneritori della Campania, e la costituzione di una mega
discarica di ottocentomila tonnellate di rifiuti nelle cave
di Chiaino, ubicate al centro di una selva, unico vero
polmone di verde della città, a un chilometro degli
Ospedali e in una zona densamente popolata.
Ulteriore rabbia l'ho provata quando il governo
Berlusconi di centro destra ha firmato un nuovo decreto sui
rifiuti in Campania (il n. 90), con il quale ci ha imposto,
con la forza militare, di costruire ben dieci discariche
(tra le quali ha confermato quella di Chiaiano voluta da
Prodi) e quattro inceneritori. Se i quattro inceneritori
funzionassero davvero, la Campania dovrebbe importare
rifiuti da altrove per farli funzionare. Da solo
l'inceneritore di Acerra potrebbe bruciare 800.000
tonnellate all'anno. E' evidente, quindi, che in
Campania non si vuole fare la raccolta differenziata,
poiché se fosse realizzata seriamente (al 70%) non ci
sarebbe bisogno di quei quattro inceneritori. E' da
quindici anni che qui non c'è la volontà politica di
fare la raccolta differenziata. Non sono i campani che non
la vogliono, ma i politici che la ostacolano perché devono
ubbidire ai potentati economici e finanziari promotori degli
inceneritori. E tutto questo ci viene imposto con la forza
militare vietando ogni resistenza o dissenso, pena la
prigione. Le conseguenze di questo decreto per la Campania
sono devastanti. Se tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono uguali davanti alla legge (articolo tre della
Costituzione italiana), i cittadini napoletani e campani
saranno meno uguali, avranno meno dignità sociale. Ciò
che è definito "tossico" altrove, anche sulla base
normativa comunitaria, in Campania non lo è: ciò che
altrove è considerato "pericoloso" qui non lo sarà.
Le regole di tutela ambientale e salvaguardia e controllo
sanitario, qui non sono in vigore. La polizia e la
magistratura in tema di repressione di violazioni della
normativa sui rifiuti, (grazie al decreto del governo
Berlusconi), hanno meno poteri che nel resto d'Italia e i
nuovi tribunali speciali per la loro smisurata competenza e
novità, non saranno in grado di tutelare, come altrove
accade, i diritti dei cittadini campani.

Ma di fronte a tanta ingiustizia e impunità per quanti
hanno determinato questo crimine ecologico noi non ci
arrenderemo e saremo in prima fila a denunciare e a lottare
per il diritto alla vita e alla giustizia sociale.


Raffaele Bruno

(Presidente Associazione Vento del Sud)

venerdì 25 luglio 2008

DEBITO PUBBLICO E SIGNORAGGIO

di Raffaele Bruno (Presidente di Vento del Sud)
Il nostro Paese è sempre più povero a causa di un
debito pubblico in continuo aumento che comporta
un'elevata pressione fiscale. Il debito pubblico è
un'invenzione costruita da politici e banchieri al fine di
arricchire gli azionisti privati della Banca Centrale
italiana e quella europea.
In passato, le banche che emettevano denaro lo garantivano
con la copertura aurea, si impegnavano a convertire le
banconote in oro e sostenevano un costo di emissione. Oggi,
le monete non sono coperte da riserve di oro, non sono
convertibili e il loro costo di emissione è praticamente
zero, ma il guadagno di chi le emette e le vende, ossia il
signoraggio, è del 100% del valore nominale. Quando lo
Stato domanda soldi alla Banca Centrale paga il costo del
valore nominale (e non il solo costo tipografico) con titoli
del debito pubblico, ossia impegnandosi a riscuotere
crescenti tasse dai cittadini e dalle imprese. Tutto ciò
avviene attraverso la Banca Centrale Europea, un mostro
giuridico creato dal Trattato di Maastricht, esente da ogni
controllo, come un vero e proprio Stato sovrano, posto al
disopra delle parti. Dal bilancio della Banca Centrale
Europea risulta che nel Sistema Europeo delle Banche
Centrali (SEBC) ci sono circa 50 miliardi di Euro che
spettano allo Stato italiano e che il Governo dovrebbe
recuperare. Siamo dinnanzi un "Signore" che usa lo
Stato, il fisco e la pubblica amministrazione, per
realizzare un sistema costituzionale e di disinformazione
allo scopo di nascondere i suoi traffici e fini, realizzando
un'illusione di legalità. Un sistema di potere che si
è eretto e mantenuto sul fatto di essere ignorato dalla
gente, soprattutto dai lavoratori, dai risparmiatori e dai
contribuenti. Il libro è di facile comprensione sia per
chi si interessa di politica e finanza sia per il lettore
non specialista. Gli autori propongono alla gente comune di
rivolgersi alla Magistratura per porre fine a questo
saccheggio monetario.
La Banca Centrale emette denaro per un valore,
supponiamo, di mille miliardi di Euro. Quel valore, quei
mille miliardi, di chi sono? A chi appartiene la moneta, il
valore del denaro, nel momento in cui viene emessa dalla
Banca Centrale? Alla Banca Centrale stessa, che quindi ha
diritto di farsela pagare dallo Stato? O allo Stato, al
popolo, che quindi non dovrebbe pagare né il denaro né
gli interessi alla Banca Centrale quando ha bisogno di
denaro? Si tratta di una questione fondamentale, perché
dalla risposta che essa riceve, dipende essenzialmente
l'indebitamento dello Stato. Il fatto che l'esercizio
del potere monetario attraverso la Banca Centrale è uno
strumento di potere dei banchieri sullo Stato, trova
conferma in come le istituzioni statali sono impegnate a
equivocare e a mentire in tutte le sedi, anche parlamentari,
per coprire il fatto che la Banca d'Italia cede a caro
prezzo denaro che a essa niente costa e a cui non è essa a
dare il valore, ossia il potere di acquisto. Il potere di
acquisto, come abbiamo visto, glielo conferisce il mercato,
la gente, attraverso la domanda di denaro. La Banca Centrale
non ha "prodotto" il valore del denaro, eppure si
comporta come se fosse proprietaria del medesimo denaro, in
quanto lo cede allo Stato (e alle banche commerciali) in
cambio di titoli di Stato e contro interessate. Questo fatto
è paradossale. È come se il tipografo, incaricato dagli
amministratori della società calcistica organizzatrice di
una partita di stampare 30.000 biglietti di ingresso per le
partite del campionato, col prezzo di € 20 stampato su ogni
biglietto, chiedesse come compenso per il suo lavoro di
stampa € 600.000, in base al fatto che i biglietti che ha
prodotto "valgono" € 20 cadauno. È vero che essi
"valgono" € 20 ciascuno, ma che essi abbiano un valore
non dipende dal tipografo, bensì dall'associazione
sportiva che ha formato la squadra, procurato il campo da
gioco e organizzato la partita, sostenendo i relativi costi
e producendo la domanda di quei biglietti, senza la quali
questi niente varrebbero. Gli amministratori della società
sportiva lo sanno bene, ma il tipografo in parte li ricatta
e in parte li lusinga perché promette loro che, se gli
pagheranno l'ingiusto compenso richiesto, egli darà loro
un lauto regalo e i fondi per farsi rieleggere alle prossime
elezioni del consiglio di amministrazione. Altrimenti,
finanzierà altri candidati e una campagna di stampa contro
i consiglieri onesti. Il potere bancario si comporta come
quel tipografo, e i governanti si comportano come i
consiglieri ricattati e lusingati dell'associazione
sportiva, riconoscendo alla Banca Centrale la proprietà o
titolarità del valore del denaro che emette, stampato o
scritturale che sia, e in cambio di esso indebitano
ingiustamente e illogicamente proprio il popolo, che è il
soggetto che, col suo lavoro e con la sua domanda, ossia col
mercato, conferisce valore al denaro. Per questa ragione,
oltre che in base al principio costituzionale della
sovranità popolare, al momento in cui viene emesso, il
denaro, il suo valore, dovrebbe logicamente essere ed essere
trattato come proprietà del popolo e, per esso, dello
Stato. Assolutamente lo Stato non dovrebbe indebitare se
stesso e il popolo verso una Banca Centrale, pubblica o
privata che sia, per ottenere denaro. Al contrario, ciò
è proprio quanto succede incessantemente. Ma vi è di
peggio: la Banca Centrale, cioè i suoi azionisti, oltre ad
appropriarsi, a danno dello Stato, del valore del denaro che
essa emette, nei suoi propri conti segna questo valore non
all'attivo ma al passivo, simulando un debito ed evitando,
così, di pagare le tasse su quello che è un puro
incremento di capitale e che, come tale, dovrebbe essere
interamente tassato. L'ovvio ragionamento che abbiamo
testé svolto è stato già sottoposto al Parlamento,
attraverso interrogazioni parlamentari, nel 1994 e nel 1995.
Entrambe le risposte elusero il problema, affermando che la
Banca Centrale (allora, cioè, la Banca d'Italia) non
sarebbe proprietaria dei valori monetari, ossia del valore
del denaro emesso, perché il denaro emesso costituirebbe
sempre un passivo, un debito; e che, perciò, giustamente
la Banca d'Italia lo iscriveva come posta passiva nel
proprio bilancio. Come i membri competenti dei due governi
interessati non potevano ignorare, queste risposte sono del
tutto contrarie alla verità. Innanzitutto, la risposta
fornita è contraddetta dal comportamento dei governi
medesimi – di tutti i governi. Infatti, se i governi
fossero coerenti con l'affermazione che il denaro, il
valore monetario, non appartiene alla Banca emittente,
perché lo Stato continua a dare qualcosa (i titoli del
debito pubblico) in cambio di Lire o Euro? E se il denaro
emesso costituisse una passività, un debito, perché mai
lo Stato dovrebbe comperarlo pagandolo con titoli del debito
pubblico, che costituiscono un credito per chi li riceve? Si
è mai visto che qualcuno paghi un altro per farsi cedere
un debito? Ma le risposte del governo sono anche false
giuridicamente, perché il denaro non è affatto un debito
per la Banca che lo emette. Se fosse un debito, dovrebbe
poter essere incassato dal portatore presso la Banca
medesima, mediante conversione in oro, e il portatore della
banconota aveva il diritto di farsela cambiare in oro dalla
Banca Centrale che l'aveva emessa, come avveniva una volta,
fino al 1929 circa, quando il denaro era convertibile in
oro. Anche in tempi successivi al 1929, molte banconote
portavano la scritta "Pagabile a vista al portatore". Ma
pagabile in che cosa, dato che esse non erano convertibili
in oro? In realtà, quei biglietti non erano pagabili in
alcun modo e quella scritta era una menzogna per ingannare
il pubblico e fargli credere che i biglietti di banca
fossero convertibili in qualcosa avente valore proprio o che
la banca si fosse indebitata per emetterli, il che è falso
(mentre era vero in un ormai lontano passato). Del resto,
è naturale che nessun governo potrebbe permettersi di dare
risposte veridiche a simili questioni, perché ammetterebbe
che la sua vera funzione è defraudare i cittadini e gli
elettori per arricchire un'élite finanziaria che detiene
il vero potere. Ma quanto sopra costituisce solo la punta
dell'iceberg. Perché il grosso, circa l'85%, del
denaro esistente e circolante al mondo, non è denaro vero,
emesso da Banche Centrali, ma denaro creditizio, ossia
aperture di credito e disponibilità di spesa create dal
nulla dalle banche commerciali, le quali, attraverso questa
creazione continua di nuovo denaro creditizio, si
impossessano di quote crescenti del potere d'acquisto
complessivo della popolazione mondiale. Ecco perché Vento
del Sud, insieme all'Associazione "Fermiamo le Banche"
di Alfonso Marra è impegnata a promuovere centomila cause
contro le banche per ottenere risarcimenti per i clienti che
hanno subito l'usura, l'anatocismo e l'arroganza di
chi massacra i contribuenti. La battaglia è dura ma non
ci spaventa. Abbiamo già fatto manifestazioni sotto la
Banca d'Italia a Napoli e un convegno all'hotel Jolly. E
andremo avanti ancora, perché questa è la battaglia
delle battaglie, per difendere il popolo dall'arroganza
del potere economico e finanziario, veri padroni del mondo.

lunedì 21 luglio 2008

IL MEZZOGIORNO DISCARICA ABUSIVA DEL NORD RICCO E INDUSTRIALIZZATO

Uno degli scandali che ha penalizzato il Mezzogiorno e di
cui nessuno ne parla è quello dello scarico di tonnellate
di rifiuti tossici e nocivi da parte del Nord Italia in
Campania e in altre regioni del Sud. Già nella relazione
al Parlamento fatta nel 2002 dal Ministro dell'Interno, si
parlava di un passaggio dalla raccolta dei rifiuti ad un
patto imprenditoriale con alcuni addetti ai lavori,
finalizzato all'esercizio di un controllo totale
sull'intero ciclo dei rifiuti illegali da parte della
malavita organizzata. Le regioni con i maggiori reati
ambientali in Italia sono in ordine, la Campania, la
Sicilia, la Calabria e la Puglia. Lo stesso elenco di
quando si parla dei territori con i maggiori sodalizi
criminali. Ma la regione che ha subito un vero e proprio
disastro ecologico senza precedenti è la Campania, non
solo e non tanto per la emergenza dei rifiuti appena
conclusasi, ma per il fatto che tra il fiume Garigliano e il
lago Patria, in particolare, tra la provincia di Napoli e
Caserta e tra i Comuni di Grazzanise, Cancello Arnone, Santa
Maria La Fossa, Castelvolturno, Casal di Principe – quasi
trecento chilometri di estensione – e nel perimetro
napoletano di Giugliano, Qualiano, Villaricca, Nola, Acerra
e Marigliano, secondo rapporti delle Cammissioni
Parlamentari Ambientali e delle Ecomafie, dei rapporti dei
Carabinieri dei Nas e della Guardia di Finanza, queste zone
sopraccitate sarebbero per trent'anni state trasformate
nelle discariche tossiche e nocive dell'Italia ricca e
industrializzata. E la parte più consistente dei traffici
di rifiuti tossici ha un vettore unico: nord – sud. Dalla
fine degli anni '90 diciottomila tonnellate di rifiuti
tossici partiti da Brescia sono stati smaltiti tra Napoli e
Caserta e un milione di tonnellate, in otto anni, sono tutte
finite soltante nel Comune di Santa Maria Capua Vetere. Dal
Nord i rifiuti trattati negli impianti di Milano, Pavia e
Pisa venivano spediti in Campania regolarmente per decenni.
Questi dati sono stati resi noti congiuntamente dalla
Procura di Napoli e quella di Santa Maria Capua Vetere,
grazie alle indagini coordinate dal pubblico ministero
Donato Ceglie, in collaborazione con decine di magistrati
impegnati in questo campo. Quest'ultimo magistrato ha
anche scoperto che in tre mesi oltre seimilacinquecento
tonnellate di rifiuti tossici dalla Lombardia sono giunte
nelle terre del Comune di Trentola Ducenta, vicino a
Caserta. Nel giuglianese, invece, è stata scoperta una
cava dimessa completamente ricolma di rifiuti. La stima
della quantità sversata corrisponde a circa ventottomila
tir. Una massa rappresentabile, immaginando una fila di
camion, uno appoggiato al paraurti dell'altro, che va da
Caserta fino a Milano. Ci sono anche i toner delle stampanti
ad ammorbare la terra e l'aria, come scoperto
dall'operazione "Madre Terra" del 2006, sempre
coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Tra i
Comuni di Villa Literno, Castel Volturno e San Tammaro, nel
casertano, tonnellate di toner delle stampanti d'ufficio
provenienti dalla Toscana e dalla Lombardia venivano
sversati di notte da camion che ufficialmente trasportavano
compost, un tipo di concime.

Le campagne del napoletano e del casertano sono divenuti
mappamondi della munnezza, cartine di tornasole della
produzione industriale italiana. Visitando discariche e cave
campane è possibile vedere il destino di interi decenni di
prodotti industriali che dal nord sono arrivati in Campania
quasi impunemente. Un enorme affare interamente gestito dai
vari clan camorristici, spesso in combutta con politici
corrotti, che ha fatto sì che in queste terre i tumori
siano aumentati del 300%, così come le leucemie nei
bambini, le malattie alla tiroide, alle vie respiratorie ed
allergie gravi.

Ecco perché mi arrabbio quando alcune regioni del Nord,
che per decenni hanno scaricato le loro scorie tossiche e
nocive nei nostri terreni agricoli, oggi per prendersi
qualche camion di nostri rifiuti, in un momento di
drammatica emergenza causata da una classe dirigente inetta,
hanno fatto capricci e storie. Così pure mi arrabbio
quando la Lega Nord di Bossi dice che a pagare il danno di
immagine che la Campania ha provocato all'Italia per
l'emergenza rifiuti deve essere (per centocinquanta
milioni di euro) la regione Campania e quindi i cittadini
campani. Tutto ciò è assurdo. E' ora, perciòche
qualcuno pensi seriamente di risarcire la Campania e il
Mezzogiorno per tutti i torti subiti e che Bassolino e
Iervolino, i massimi responsabili del disastro provocato
dalla crisi dei rifiuti, si dimettano immediatamente e in
Campania si volti pagina.

Raffaele
Bruno
(Presidente
dell'Associazione Vento del Sud)

sabato 19 luglio 2008

LA GLOBALIZZAZIONE DANNEGGIA L'AGRICOLTURA EUROPEA

di raffaele bruno

Il nostro Paese non sembra disposto ad accettare che la
sua produzione agricola sia messa in seria difficoltà di
sopravvivenza o addirittura spazzata via
Dalle lobby legate all'industria trasformatrice che si
operano in ambito europeo (alla Commissione di Bruxelles e
all'Europarlamento di Strasburgo) ed in ambito
internazionale (al WTO, l'organizzazione mondiale per il
commercio) per trasformare il nostro pianeta in un unico
grande mercato globale dove un prodotto di un Paese vale
quello di un altro, a prescindere dalla sua qualità come
nel caso dell'olio d'oliva, e dove quindi alla fine
entrambi risulteranno essere intercambiabili. Un mercato
globale dove finiranno per contare poco o niente tutte le
denominazioni di qualità dei prodotti (Dop e Igp), dei
quali l'Italia vanta il primato in Europa (sono ben 172).

L'intero valore del sistema agro-alimentare italiano
è stimato in cinque miliardi di euro. Un patrimonio che
l'Italia deve difendere e tutelare all'interno
dell'unione europea, le cui istituzioni invece stanno
facendo le bizze, pressate Come sono dalle lobby della
globalizzazione e della mondializzazione che puntano ad
avere un'agricoltura uguale in tutte le parti del mondo
per meglio controllarla.

Italia, Spagna e Francia non accettano, infatti, le
proposte che sono arrivate sul tavolo del negoziato Doha
Round che si discuterà il prossimo 21 luglio a Ginevra.
Togliere i dazi alle importazioni di prodotti definiti
"tropicali" (fra cui riso, agrumi, pomodori e patate)
significherebbe determinare la morte dell'agricoltura
europea e italiana e la dipendenza alimentare del Vecchio
Continente dall'esterno. L'arroganza dei burocrati di
Bruxelles si sta manifestando anche sul fermo della pesca
del tonno rosso. Il commissario europeo Borg ha impedito al
ministro italiano Luca Zaia l'accesso ai dati della pesca
nell'Ue. Ormai gli euroburocrati si sentono intoccabili,
tanto da non ritenere neanche di dover fornire spiegazioni
ai legittimi rappresentanti del popolo italiani.

Il pericolo è che il rullo compressore della
globalizzazione travolga, annientando definitivamente gli
usi, i costumi, le specificità e le tradizioni dei popoli
europei e mondiali. Bisogna organizzare la resistenza ad
oltranza contro questo piano criminale ordito dalle grandi
lobby finanziarie che già stanno sottomettendo i governi e
la politica di molti paesi.

venerdì 18 luglio 2008

IL MIS E VENTO DEL SUD DENUNCIANO LO SFASCIO DEGLI OSPEDALI NAPOLETANI

DENUNCIA MALASANITA' DEL MIS: OSPEDALI NAPOLETANI ALLO
SFASCIOE NEL DEGRADO ASSOLUTO!

Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario e
responsabile del Dipartimento per le politiche del
Mezzogiorno del Movimento Idea Sociale Raffaele Bruno,
unitamente al Segretario Provinciale della Federazione di
Napoli Vittorio Lamberti, ha dichiarato:

"Mentre i Direttori generali delle Asl si aumentano gli
stipendi e il deficit economico della Sanità campana
tocca cifre da capogiro, gli Ospedali napoletani Vecchio
Pellegrini, San Paolo, Loreto Mare, CTO, Nuovo Pellegrini e
Cardarelli versano nel degrado e abbandono. In queste
strutture si riscontrano:
1)impianti antincendio inadeguati;
2)Sistemi di sicurezza scarsi o inesistenti;
3)Reparti sporchi e abbandonati al degrado assoluto;
4)Bagni sporchi e condizioni igieniche inadeguate;
5)Posti letto insufficienti o gestiti clientelarmente dai
primari;
6)Estranei e venditori di ogni genere di articoli presenti
nei reparti;
7)Cortili utilizzati come parcheggio auto;
8)Carenza nell'organico, soprattutto infermieristica e
cattiva distribuzione del personale.
Di fronte a questo sfascio in cui versano gli ospedali
napoletani, il Mis con Rauti chiede le dimissioni immediate
dell'Assessore alla Sanità Montemarano e di tutti i
Direttori Sanitari e Amministrativi degli Ospedali
menzionati".

mercoledì 16 luglio 2008

DOSSIER SUL DEGRADO DEGLI SCAVI ARCHEOLOGICI DI POMPEI ED ERCOLANO

1) Manca un'adeguata manutenzione ordinaria e
straordinaria – molti manufatti stanno crollando e diverse
"insulae" rimangono chiuse al pubblico o sono solo in
minima parte usufruibili dai visitatori (tra i quali citiamo
le Case di Cecilio Giocondo, dei Quattro Stili, di Efobo,
quella degli Epigrammi greci, quella delle Nozze d'Argento
e perfino una casa visitabile come quella dei Vetti) versano
in condizioni di degrado assoluto – diversi mosaici stanno
crollando poiché non si effettuano i restauri
indispensabili da molti anni;
2) Si continuano ad indire gare, ad ordinare progetti e
appalti, utilizzando Società e Ditte esterne, quasi tutte
settentrionali, mortificando le professionalità esistenti
tra gli impiegati degli Scavi archeologici;
3) I 139 assunti addetti alla biglietteria e al controllo
senza concorso, senza titoli e per chiamata diretta che il
Movimento Idea Sociale con Rauti aveva denunciato sono
ancora al loro posto;
4) Gli Agenti di Pubblica Sicurezza del Servizio di
Vigilanza non hanno da anni, così come prevede il
regolamento interno, la divisa e la pistola, nonostante che
abbiano in tasca la tessera del Ministero degli Interni.
Stanno facendo una lunga battaglia per ottenere i loro
diritti ed ora si sentono dequalificati e demotivati;
5) Gli appalti e gli incarichi ad esterni sono continuati e
senza motivo alcuno, in quanto le maestranze interne
esprimono capacità e sufficienza, ma si preferisce
mobbizzarle, sottoutilizzarle e mortificarle;
6) Manca un Ambulatorio medico o una infermeria d'urgenza
degna di questo nome negli scavi di Pompei, di Ercolano e
in quelli di Oplonti;
7) Due antiche Officine esistenti negli Scavi Archeologici
di Pompei con maestri fabbri, elettricisti, falegnami ed
operai specializzati, sono state chiuse con pretesti assurdi
ed anche il settore restauri è stato di fatto soppresso.
Si preferisce appaltare lavori a Ditte private esterne e
tenere il personale umiliato a non fare alcunché;
8) Non si è ancora proceduto all'adeguamento delle
strutture che ospitano i lavoratori in entrambi gli Scavi
Archeologici alla Legge 626/94, inerente la messa in
sicurezza dei luoghi di lavoro e dei sistemi antincendio ed
anche l'illuminazione generale, nonostante
l'inaugurazione in "pompa magna" di un impianto
multicolore di luci nelle zone più in vista, rimane
insufficiente a Pompei, a Ercolano e a Oplonti;
9) Il sistema di controllo degli accessi per i visitatori,
con conta persone e relativi orologi, per i quali si spesero
oltre tre miliardi delle vecchie lire, non è mai andato in
funzione, tranne che parzialmente a Pompei, mentre a
Ercolano e a Oplonti la sicurezza è una vera e propria
chimera;
10) Da anni non si pagano gli straordinari ai lavoratori e
la gestione del personale è gestita con modi arroganti ed
antisindacale;
11) La gestione delle biglietterie è stata data in
appalto nonostante che tale lavoro poteva continuare a
svolgerlo il personale interno;
12) Anche il settore bagagliaio e accoglienza è stato
dato in appalto, nonostante molti dipendenti avessero
partecipato ad un corso di lingue pagato
dall'Amministrazione proprio per destinare a tale compito
gli addetti interni;
13) Molti affreschi di grande pregio presentano vistose
macchie di muffa già presente da anni, erbacce sono
presenti ovunque e tranne nelle strade principali, i segni
dell'incuria sono evidenti;
14) In Via dell'Abbondanza gli antichi marciapiedi sono
stati ricoperti con cemento bianco, senza fare neppure il
minimo tentativo di imitare l'antica pavimentazione, come
già fu fatto dal professore Ponticello per Via Mercurio;
15) Agli Scavi Archeologici di Ercolano la maggior parte
delle Case rimangono chiuse al pubblico ed abbandonate al
degrado più allucinante;
16) Sempre ad Ercolano manca un'uscita di sicurezza,
gli Scavi della Villa dei Papiri non sono ancora ultimati,
nonostante siano costati miliardi e si sta rischiando il
depauperamento di un grande patrimonio storico;
17) Anche agli Scavi Archeologici di Ercolano, come a
quelli di Pompei, i lavoratori svolgono le loro mansioni
senza tutela alcuna ed i sorveglianti, in particolare,
aspettano ancora di avere in dotazione le divise e le
pistole, così come previsto dalla Legge vigente;
18) Sempre ad Ercolano, molti reparti di grande valore
artistico e monumentale sono in balìa di ladri e di
malintenzionati e dipinti, affreschi, mosaici e solai stanno
andando in malora. Anche qui, tra un assurdo e colpevole
menefreghismo generale.
19) Mancano ovunque percorsi per favorire ai disabili la
fruizione degli Scavi, sia a Pompei, quanto ad Ercolano;
20) Rimangono carenti le condizioni igienico –
sanitario in cui versano i locali che ospitano il personale
nei relativi turni di guardia e ovunque si riscontra la
presenza di topi ed insetti vari.

Alla luce di tutto cio', il Movimento Idea Sociale chiede:

1) le immediate dimissioni del sovrintendente Pier Giovanni
Guzzo, il quale stranamente cambiano i governi, ma lui
rimane inamovibile, nonostante le provate incapacita'
gestionali e dei Direttori degli Scavi di Pompei dott.
D'Ambrosio Antonio e degli Scavi di Ercolano dott. Guido
Baldo Maria Paola;

2) la costituzione da parte del Ministro ai Beni Culturali

di una commissione d'inchiesta sugli Scavi di
Pompei ed Ercolano;


3) al Ministero competente Sandro Bondi si chiede anche
l'immediata convocazione di una delegazione politica onde
verificare la volontà da parte del ministro di prendere
atto delle nostre denunce;

4) la rimozione del capo dipartimento del ministero dei beni
culturali, colpevole di non aver vigilato sull'incredibile
degrado già abbondantemente denunciato,
esistente sia negli scavi di Pompei quanto
in quelli di Ercolano.

Resta, in conclusione, inteso che qualora non dovessero
essere prese in considerazione i punti sopra esposti, il
Movimento Idea Sociale, continuerà la battaglia di
denuncia con pubbliche manifestazioni, anche di protesta
clamorosa, e si rivolgerà alla Magistratura e a tutti gli
organi preposti per fare rispettare la Legge, allo scopo di
fare piena luce sull'intera incredibile vicenda e per
accertare se nel comportamento della dirigenza della
Soprintendenza Archeologica di Pompei ed Ercolano e dei
rispettivi Direttori responsabili non si riscontrino
omissioni e/o violazioni

BRUNO INVIA IL DOSSIER-DENUNCIA A BONDI SUL DEGRADO DEGLI SCAVI DI POMPEI ED ERCOLANO

Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario e
responsabile del Dipartimento per le politiche del
Mezzogiorno del Movimento Idea Sociale e Presidente
dell'Associazione Vento del Sud Raffaele Bruno,
unitamente al Segretario Provinciale della Federazione di
Napoli Vittorio Lamberti, ha dichiarato:

"Ho inviato il dossier del Movimento Idea Sociale sul
degrado degli Scavi Archeologici di Pompei ed Ercolano al
Ministro ai Beni Culturali Sandro Bondi affinché si renda
conto dello scempio che i dirigenti degli scavi hanno
determinato e chiedo che il Ministro, non si limiti a
nominare solo il Commissario Profili, ma proceda alla
immediata rimozione del Sovrintendente Guzzo e dei due
Direttori degli Scavi di Pompei ed Ercolano D'Ambrosio
Antonio e Guido Baldo Maria Paola.

Tale provvedimento si rende indispensabile poiché la
cattiva gestione degli Scavi Archeologici di Pompei ed
Ercolano (vedi dossier allegato) ha portato i due siti al
degrado assoluto, facendo diminuire drasticamente visitatori
ed incassi e facendo aggravare, senza che mai si
intervenisse la situazione di degrado e abbandono dei due
siti famosi nel mondo".

Napoli, 16 luglio 2008

lunedì 14 luglio 2008

IL MIS E VENTO DEL SUD IN CORTEO A CHIAIANO CONTRO LA DISCARICA

Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario e
Responsabile del Dipartimento per le politiche del
Mezzogiorno del Movimento Idea Sociale Raffaele Bruno,
unitamente al Segretario Provinciale della Federazione di
Napoli Vittorio Lamberti, ha dichiarato:

"Il Mis con Rauti e l'Associazione Vento del Sud
hanno partecipato sabato scorso alla manifestazione dei
cittadini che combattono contro la follia di aprire una
discarica nelle cave di Chiaiano (vedi foto allegata). Da
un lato c'è la militarizzazione del territorio e
decisioni assunte unilateralmente e senza senso,
dall'altro la resistenza ad oltranza dei cittadini che
difendono la salute delle loro famiglie e del loro futuro.
Ora il ministero dell'Ambiente sta tentando attraverso
interventi di "misure compensative" ridicole, che non
sono altro che i soliti interventi "a pioggia", che non
fanno parte di un progetto generale di valorizzazione
dell'area Nord di Napoli, di comprare i Comuni di Marano e
Mugnano e la Municipalità interessata. Ma realizzare una
discarica nell'unico polmone verde della metropoli, in un
area densamente abitata e piena di ospedali resta una vera e
propria follia. Il decreto varato dal Governo sancisce in
pratica la trasformazione della Campania in sversatoio a
basso costo del ciclo industriale italiano. Noi resteremo a
lottare fino alla fine con quanti giustamente tenteranno di
impedire il passaggio dei camion pieni di spazzatura di
arrivare alla cave. Ma occorre ancora bonificarle (perché
sono inquinate); cementificare le pareti (perché sono a
rischio crollo); mettere argilla sui suoli (che sono
porosi), risolvere il piano dei trasporti dei compattatori
che dovranno arrivare nelle cave (che resta un rebus).
Sappiamo che la battagli sarà lunga, ma noi non
molleremo!"
Napoli, 14 luglio 2008

giovedì 10 luglio 2008

OCCUPARE CON I MILITARI LE CAVE DI CHIAIANO E' UN ATTO DI GUERRA



Sull'argomento il Presidente di Vento del Sud e Vice Segretario Nazionale Vicario del MIS con Rauti, in lotta contro la discarica di Chiaiano, Raffaele Bruno, ha dichiarato:"Occupare le Cave di Chiaiano con i militari è un vero atto di guerra e di repressione dei diritti costituzionali del popolo sovrano che paga le tasse e non vuole la discarica a Chiaiano. Mi auguro che i cittadini si oppongano a questo atto vile. Io, che vivo nella zona, sarò presente sempre a manifestare per dire il mio no ad un abuso che stanno commettendo,poiché fare una megadiscarica nella selva di Chiaiano, a poche centinaia di metri dagli ospedali e vivino a centri abitati era e resta una vera follia e un atto di arroganza tremendo. Bertolaso, che è sottosegratario all'emergenza rifiuti e capo della Protezione Civile si dimetta subito adll'incarico governativo!".
Napoli, 10 luglio 2008 L'Addetto Stampa di Vento del Sud

lunedì 7 luglio 2008

PER L'EUROPA DEI POPOLI CONTRO L'EUROPA DEI MERCANTI

di Raffaele Bruno
Non ci sorprendono affatto le intenzioni del governo spagnolo di togliere i crocifissi dai luoghi pubblici. Del resto la guerra contro il cristianesimo, ma soprattutto contro la sua presenza più calzante, quella della Chiesa Cattolica, è cominciata parecchi lustri fa. Era, in qualche modo, già sottintesa nel progetto di unificazione dell’Europa stessa, in quanto l’unificazione comportava da parte degli Stati la consegna definitiva delle religioni al vissuto privato. Per poterle far convivere tutte è stato sancito il principio del rispetto assoluto verso le religioni, per consentire alle istituzioni, nei fatti, di ignorarle sempre di più. La polemica dei crocifissi nelle aule, per esempio, è già presente da parecchio tempo, oltre che in Spagna, anche in Francia e in Italia ed è analoga a quella del velo sulle teste delle studentesse musulmane.

Il problema appartiene, dunque, alla vita pubblica ed è giunto il momento di riflettere sul serio alle conseguenze della unificazione europea, senza continuare a fare come lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia per non vedere che i problemi di convivenza di religioni, di cultura, di storia, di costumi, di radici, di usi e di tradizioni non esistano o siano facilmente superabili.

L’unificazione europea è ben altro che una serie di trattati e come tale coinvolge tutto l’assetto di vita dei cittadini costringendoli ad abbracciare quella visione. Era stato il papa odierno Ratzinger, quando ancora era cardinale, che aveva denunciato in un suo libro sull’Europa, il carattere marxista di questa visione, con la sua predominanza dei fattori economici e di mercato sui valori, e a mettere in luce gli inevitabili collegamenti e interazioni che ne discendono su tutti i piani della vita.

Si può mai vivere senza simboli, senza segni di appartenenza? Alcune persone lo vogliono; ma la stragrande maggioranza dei cittadini europei non può e non lo vuole poiché sa bene che se si cancellano i simboli in cui la gente e i popoli si riconoscono, la memoria si indebolisce, i sentimenti evaporano e l’essenza sparisce insieme ai segni. Il progetto di molti governanti è quello di far sparire a poco a poco i più importanti fattori di differenza e il cattolicesimo è sicuramente il più importante tra questi perché è radicato in buona parte dell’Europa. L’intenzione di Zapatero ha infatti un peso notevole in quanto la Spagna è la nazione cattolica per definizione. E’ arrivato in tutta Europa, quindi, il momento di affrontare questo serio problema delle radici cristiane. Se non ci opponiamo tutti insieme sparirà la nostra storia, quella religiosa, ma anche
quella dell’arte, quella della musica, quella del pensiero. Saremo tutti uguali in un Europa dei mercanti e degli affaristi, mentre scomparirà l’Europa dei popoli, della civiltà e dei valori.

sabato 5 luglio 2008

BRUNO: BRAVO BONDI, MA ADESSO BISOGNA FARE PIAZZA PULITA DI TUTTI QUELLI CHE HANNO DETERMINATO IL DISASTRO AGLI SCAVI DI POMPEI ED ERCOLANO!



A seguito dell'annuncio del commissariamento del sovrintendente degli scavi di Pompei da parte del Ministro ai Beni culturale Sandro Bondi, allo scopo di porre fine al degrado e salvare dalla mala gestione il sito più visitato d'Italia, nonostante che nell'ultimo anno abbia fatto registrare un calo delle visite del 13%, il Presidente dell'Associazione Vento del Sud Raffaele Bruno, che aveva presentato recentemente un ampio dossier-denuncia sul degrado in cui versano gli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano, plaude all'iniziativa del ministro ed auspica che anche i direttori dei due scavi siano sostituiti per incapacità.
Napoli, 5 luglio 2008 L'Addetto stampa di Vento del Sud

mercoledì 2 luglio 2008

LA PAROLA D’ORDINE E’ QUELLA DI RESISTERE. GIU’ LE MANI DALLA SELVA DI CHIAIANO! NO ALLA MEGA DISCARICA VICINO AGLI OSPEDALI E AI CENTRI ABITATI


Sull’argomento il Presidente dell’Associazione Vento del Sud Raffaele Bruno, in lotta contro la realizzazione della discarica di Chiaiano, ha dichiarato:

“Si sta consumando nella quasi totale indifferenza colpevole di tutti la tragedia della popolazione di Chiaiano, Marano, Mugnano e di tutta l’area a nord di Napoli, per la sempre più probabile apertura della mega discarica da settecento a un milione di tonnellate di rifiuti nel cuore del centro abitato e a meno di un chilometro in linea d’area dai più importanti ospedali del Mezzogiorno, compromettendo irrimediabilmente il futuro e la sopravvivenza già di per sé difficile di un’intera area di Napoli e della sua provincia. Se si farà la mega discarica nelle cave di Chiaiano ne deriveranno a cascata tutta una serie di danni di portata ingente che completeranno il quadro infausto dell’eutanasia di una città: le attività commerciali saranno declassate dal solo fatto di trovarsi collocate in un’area dove sorge la discarica, i prodotti dell’artigianato locale non attrarranno più acquirenti dal comprensorio, le coltivazioni di ciliegie e di mele annurche e tutta un’area agricola esistente saranno annientate, le possibilità di sviluppo per una comunità che ha già il 70% dei suoi giovani disoccupati avrà ancora più problemi e magari chi già sta pagando un mutuo vedrà svalutato del 50% il valore della sua casa. Ma i cittadini tutti, tra i quali vi è il sottoscritto che abita nella zona, sono decisi a difendere con le unghie e con i denti il diritto sacrosanto di continuare a vivere una vita decorosa. La parola d’ordine è quindi quella di resistere a tutti i costi!”

INTERVISTA A RAFFAELE BRUNO - PIAZZA VANVITELLI NAPOLI



Il filmato del blitz a Napoli di Raffele Bruno
Siamo incazzati neri. Bassolino fatti processare!