sabato 26 luglio 2008

DENUNCIA DI BRUNO: IN CAMPANIA CRIMINE ECOLOGICO!

IN 15 ANNI I COMMISSARI STRAORDINARI SULL'EMERGENZA
RIFIUTI HANNO SPERPERATO OLTRE DUE MILIARDI DI EURO

CAMPANIA: CRIMINE ECOLOGICO

di Raffaele Bruno (Presidente Associazione Vento del Sud)

Anche se la Campania è stata parzialmente ripulita
grazie all'intervento drastico di Berlusconi, resta un
disastro che non si può che definire vero e proprio
crimine ecologico. In 15 anni i commissari straordinari
sull'emergenza rifiuti hanno decapitato oltre due miliardi
di euro, per produrre oltre sette milioni di tonnellate di
"ecoballe", che di eco non hanno proprio nulla: trattasi
di rifiuti tal quale, avvolti in plastica che non si possono
né incenerire, né seppellire perché inquinerebbero le
falde acquifere. Buona parte di queste cosiddette ecoballe,
accatastate fuori la città di Giugliano, in provincia di
Napoli, infestano con il loro pergolato puzzolente quelle
splendide campagne denominate "Taverna del Re".

La regione Campania (una volta definita "Campania
Felix", tanto erano fertili i suoi campi agricoli) è
stata ridotta da venti anni a questa parte a sversatoio
nazionale dei rifiuti tossici e nocivi. Esponenti della
camorra in combutta con politici locali hanno sversato con
migliaia di Tir carichi di rifiuti tossici
provenienti da ogni parte d'Italia (in particolare da
Lombardia, Toscana e Triveneto) e sono stati sepolti dalla
camorra nel cosiddetto Triangolo della morte (Acerra –
Nola- Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Comuni a Nord di
Napoli – Giugliano- Villaricca-Qualiano) e nelle campagne
del casertano (una volta Terra di Lavoro).

In queste zone si è consumato il disastro della
politica ormai subordinata ai potentati economici e
finanziari. La Campania è stata gestita dal 1994 da ben
dieci Commissari straordinari per l'emergenza ai rifiuti,
scelti da vari governi nazionali che si sono succeduti alla
guida del nostro Paese senza risolvere il problema rifiuti
che non è solo quella dei cumuli di immondizia per le
strade.

Oggi la Campania ha raggiunto gli stessi livelli di
tumore del Nord – Est europeo, che però ha fabbriche e
lavoro. Noi senza sviluppo e lavoro, per i rifiuti siamo
condannati alla medesima sorte. Il nostro non è un
disastro ecologico, ma un crimine ecologico, frutto di
decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari.
Ne è prova il fatto che Prodi, a governo scaduto, abbia
firmato due ordinanze con le quali si permetteva di bruciare
le ecoballe di Giugliano nell'inceneritore di Acerra,
un'altra che permetteva di dare al Cip 6 (la bolletta che
paghiamo all'Enel per le energie rinnovabili) ai 3
inceneritori della Campania, e la costituzione di una mega
discarica di ottocentomila tonnellate di rifiuti nelle cave
di Chiaino, ubicate al centro di una selva, unico vero
polmone di verde della città, a un chilometro degli
Ospedali e in una zona densamente popolata.
Ulteriore rabbia l'ho provata quando il governo
Berlusconi di centro destra ha firmato un nuovo decreto sui
rifiuti in Campania (il n. 90), con il quale ci ha imposto,
con la forza militare, di costruire ben dieci discariche
(tra le quali ha confermato quella di Chiaiano voluta da
Prodi) e quattro inceneritori. Se i quattro inceneritori
funzionassero davvero, la Campania dovrebbe importare
rifiuti da altrove per farli funzionare. Da solo
l'inceneritore di Acerra potrebbe bruciare 800.000
tonnellate all'anno. E' evidente, quindi, che in
Campania non si vuole fare la raccolta differenziata,
poiché se fosse realizzata seriamente (al 70%) non ci
sarebbe bisogno di quei quattro inceneritori. E' da
quindici anni che qui non c'è la volontà politica di
fare la raccolta differenziata. Non sono i campani che non
la vogliono, ma i politici che la ostacolano perché devono
ubbidire ai potentati economici e finanziari promotori degli
inceneritori. E tutto questo ci viene imposto con la forza
militare vietando ogni resistenza o dissenso, pena la
prigione. Le conseguenze di questo decreto per la Campania
sono devastanti. Se tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono uguali davanti alla legge (articolo tre della
Costituzione italiana), i cittadini napoletani e campani
saranno meno uguali, avranno meno dignità sociale. Ciò
che è definito "tossico" altrove, anche sulla base
normativa comunitaria, in Campania non lo è: ciò che
altrove è considerato "pericoloso" qui non lo sarà.
Le regole di tutela ambientale e salvaguardia e controllo
sanitario, qui non sono in vigore. La polizia e la
magistratura in tema di repressione di violazioni della
normativa sui rifiuti, (grazie al decreto del governo
Berlusconi), hanno meno poteri che nel resto d'Italia e i
nuovi tribunali speciali per la loro smisurata competenza e
novità, non saranno in grado di tutelare, come altrove
accade, i diritti dei cittadini campani.

Ma di fronte a tanta ingiustizia e impunità per quanti
hanno determinato questo crimine ecologico noi non ci
arrenderemo e saremo in prima fila a denunciare e a lottare
per il diritto alla vita e alla giustizia sociale.


Raffaele Bruno

(Presidente Associazione Vento del Sud)

Nessun commento: