Il nostro Paese non sembra disposto ad accettare che la
sua produzione agricola sia messa in seria difficoltà di
sopravvivenza o addirittura spazzata via
Dalle lobby legate all'industria trasformatrice che si
operano in ambito europeo (alla Commissione di Bruxelles e
all'Europarlamento di Strasburgo) ed in ambito
internazionale (al WTO, l'organizzazione mondiale per il
commercio) per trasformare il nostro pianeta in un unico
grande mercato globale dove un prodotto di un Paese vale
quello di un altro, a prescindere dalla sua qualità come
nel caso dell'olio d'oliva, e dove quindi alla fine
entrambi risulteranno essere intercambiabili. Un mercato
globale dove finiranno per contare poco o niente tutte le
denominazioni di qualità dei prodotti (Dop e Igp), dei
quali l'Italia vanta il primato in Europa (sono ben 172).
L'intero valore del sistema agro-alimentare italiano
è stimato in cinque miliardi di euro. Un patrimonio che
l'Italia deve difendere e tutelare all'interno
dell'unione europea, le cui istituzioni invece stanno
facendo le bizze, pressate Come sono dalle lobby della
globalizzazione e della mondializzazione che puntano ad
avere un'agricoltura uguale in tutte le parti del mondo
per meglio controllarla.
Italia, Spagna e Francia non accettano, infatti, le
proposte che sono arrivate sul tavolo del negoziato Doha
Round che si discuterà il prossimo 21 luglio a Ginevra.
Togliere i dazi alle importazioni di prodotti definiti
"tropicali" (fra cui riso, agrumi, pomodori e patate)
significherebbe determinare la morte dell'agricoltura
europea e italiana e la dipendenza alimentare del Vecchio
Continente dall'esterno. L'arroganza dei burocrati di
Bruxelles si sta manifestando anche sul fermo della pesca
del tonno rosso. Il commissario europeo Borg ha impedito al
ministro italiano Luca Zaia l'accesso ai dati della pesca
nell'Ue. Ormai gli euroburocrati si sentono intoccabili,
tanto da non ritenere neanche di dover fornire spiegazioni
ai legittimi rappresentanti del popolo italiani.
Il pericolo è che il rullo compressore della
globalizzazione travolga, annientando definitivamente gli
usi, i costumi, le specificità e le tradizioni dei popoli
europei e mondiali. Bisogna organizzare la resistenza ad
oltranza contro questo piano criminale ordito dalle grandi
lobby finanziarie che già stanno sottomettendo i governi e
la politica di molti paesi.
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