domenica 1 febbraio 2009

LA MEMORIA CHE TORNA: LA STRADA DI FERRO NAPOLI PORTICI

LA MEMORIA CHE TORNA: LA STRADA DI FERRO NAPOLI PORTICI

(Per scoprire le nostre radici, interpretare il nostro
passato, riaffermare, salvaguardare il patrimonio storico e
culturale del nostro Paese, della nostra comune civiltà )
a cura di Umberto Franzese
Ogni napoletano che abbia un minimo di cultura e di
conoscenza della sua città, sa che la costruzione del
primo tronco della Ferrovia Napoli Portici inaugurò
l'era della strada ferrata in tutta Italia e stabilì un
primato di priorità per il Regno delle Due Sicilie e per
il suo Re Ferdinando II.
Il progetto della Ferrovia a firma di Armand Bayard de la
Vingtrie, proponeva la realizzazione di una linea da Napoli
a Nocera, prolungabile, in un secondo momento, fino a
Salerno e una diramazione fino ad Avellino. Il progetto del
Bayard vide la luce nel 1836.
I lavori furono molto accurati, ben condotti e le
difficoltà iniziali furono superate abbastanza
agevolmente. Il 3 ottobre del 1839 avvenne l'inaugurazione
del primo tratto ferroviario fino al Granatello di Portici.
Così, dopo i discorsi di prammatica del rappresentante
della Compagnia francese che aveva intrapreso i lavori e la
risposta del Re, la famosa locomotiva Bayard con i vagoni
agganciati e un battaglione di ufficiali e soldati al suo
interno, compì il percorso inaugurale di prova da Napoli
al Granatello in nove minuti e mezzo e ritornò nuovamente
indietro. La curiosità e l'entusiasmo popolare per la
Napoli-Portici furono generali. I primi due mesi di
esercizio registrarono un movimento di 130mila viaggiatori.
Il 7 settembre del 1860, altro avvenimento eccezionale:
giungeva a Napoli proveniente da Salerno, il generale
Giuseppe Garibaldi percorrendo l'ultimo tratto sulla
ferrovia Napoli-Portici.
La stazione di una volta ormai è ben poca cosa: restano
soltanto alcune rovine puntellate e ben visibili nei pressi
del terminale della Circumvesuviana, all'interno delle
quali spicca un enorme albero di fichi. La vecchia e
gloriosa stazione è irriconoscibile, ed oggi quel che
resta non potrà mai testimoniare la storia antica e
recente che di qui passò. Si è tentato invano di
cancellarne ogni traccia, ma resta intatta la memoria di un
glorioso passato.
La stazione di una volta ormai è ben poca cosa: restano
soltanto alcune rovine puntellate e ben visibili nei pressi
del terminale della Circumvesuviana all'interno delle
quali spicca un enorme albero di fichi. La vecchia e
gloriosa stazione è irriconoscibile e spesso è occupata
da mercati abusivi e oggi quel che resta non potrà mai
testimoniare la storia antica e recente che di qui passò.
Si è tentato invano di cancellare la memoria di un
glorioso passato. Con Traguardo Restauro, a cura
dell'AIGE, Associazione Informazione Giovani Europa,
s'intende tutelare, salvaguardare il patrimonio
artistico-culturale della nostra comune civiltà,
restituendo a Napoli beni che costituiscono, non solo per la
Città, ma per l'intero Paese, veri e propri primati. La
ferrovia Napoli Portici è uno di questi primati.
In S. Maria La Nova, Sala del Consiglio Provinciale,
nell'intento di portare all'attenzione degli organi
preposti alla conservazione dei Beni culturali e
dell'intera cittadinanza quel che resta della Napoli
Portici, il 26 gennaio del 2007 fu promosso un Convegno sul
tema: "La strada di ferro Napoli Portici". A tale
convegno, diviso in due distinti settori, coordinato da
Umberto Franzese, parteciparono, per Traguardo Restauro:
l'architetto Mario De Cunzo, ex sovrintendente ai Beni
culturali; l'avvocato Felice Laudadio assessore
all'edilizia del Comune di Napoli; l'architetto Franco
Lista, ispettore alla Pubblica Istruzione: il professore
Aldo Loris Rossi, docente presso la Facoltà di
Architettura dell'Università di Napoli Federico II; il
Sindaco di Portici, dottor Vincenzo Cuomo. Per la Storia
Inesausta: Antonio Formicola, storico, esperto di Trasporti
marittimi; il colonnello Antonio Gamboni, autore de' "
La Napoli Portici, la prima Ferrovia d'Italia; il dottor
Gabriele Marzocco, direttore di "Nazione Napoletana"; il
dottor Luciano Salera, autore di "Garibaldi, Fauchè e i
predatori del Regno del Sud".
Dovendo dare seguito a tale meritoria operazione di
recupero, nel febbraio dello stesso anno, fu costituito un
Comitato tecnico scientifico, composto dai Signori:
Consigliere Provinciale Luigi Rispoli, Architetto Mario De
Cunzo, colonnello Antonio Gamboni, architetto Franco Lista,
architetto Mario Presutto, professore Aldo Loris Rossi,
dottor Pino Simonetti, dottor Antonio Sticco, dottor Umberto
Franzese.
Il 16 ottobre 2008 una delegazione composta da Luigi
Rispoli, da Aldo Loris Rossi e da Umberto Franzese,
consegnava presso la Segreteria del Ministero dei Beni
Culturali in Roma un "Progetto di restauro della Stazione
di partenza della Napoli Portici, prima Ferrovia italiana,
come Museo della Comunicazioni viarie e Centro informazioni
turistiche" del professor architetto Aldo Loris Rossi
In un successivo incontro tenutosi il 6 gennaio '09 presso
la Soprintendenza regionale per i Beni Ambientali in Castel
dell'Ovo, a cui partecipavano: il Direttore Generale,
dottor Stefano Gizzi, il Consigliere Provinciale Luigi
Rispoli, l'architetto Mario De Cunzo, il professore Aldo
Loris Rossi, il dottor Umberto Franzese, si stabiliva
d'intraprendere contatti con il Comune di Napoli,
proprietario dell'edificio comprendente la gloriosa
ferrovia. Così, come da progetto, la Stazione Museo
dovrà essere collegata alla Circumvesuviana in modo da
condurre le correnti turistiche sulla vie dei siti
archeologici di Ercolano e Pompei.
Oggi il recupero della Ferrovia Napoli Portici va
delineandosi, grazie anche al finanziamento di una prima
tranche di 700 mila euro stanziati dal Ministero dei Beni
Culturali. Su questa base è stato definito per l' l1
febbraio prossimo, l'incontro che avrà luogo a Palazzo
San Giacomo per definire gli opportuni ostacoli da rimuovere
per restituire a Napoli un Bene che gli appartiene.


Pangloss

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