lunedì 28 giugno 2010

PRIMO CONVEGNO NAZIONALE SULLA SICUREZZA A NAPOLI

COMUNICATO STAMPA
PRIMO CONVEGNO NAZIONALE 
SICUREZZA:IL RUOLO DELLA GUARDIA GIURATA 
MERCOLEDI 30 GIUGNO 2010 
ORE 9.30 SALA GEMITO - DI FRONTE MUSEO NAZ.-NAPOLI 

INTERVENGONO: 

GIUSEPPE ALVITI - PRESIDENTE NAZIONALE AGPG 
RAFFAELE BRUNO - VICE SEGRETARIO NAZIONALE VICARIO MOVIMENTO SOCIALE CON RAUTI 
AVV.MAURO PANICO-RESPONSABILE NAZIONALE AFFARI LEGALI E FORMAZIONE AGPG 

PARTECIPANO: 
LUIGI RISPOLI-PRESIDENTE CONSIGLIO PROVINCIALE NAPOLI 
PASQUALE SOMMESE- ASS,REGIONE CAMPANIA 
FLORA BENEDUCE- PDL CAMPANIA 
NICOLA ODDATI ASS.COMUNE DI NAPOLI 

HANNO ADERITO SINDACATI DELLE VARIE FORZE DELL'ORDINE ORGANI MILITARI CIVILI E RELIGIOSI

mercoledì 23 giugno 2010

GIU' LE MANI DA PENSIONI, SANITA' E SERVIZI ESSENZIALI. LO STATO SOCIALE NON SI TOCCA!


BRUNO (MIS CON RAUTI): FINALMENTE SI PARLA DELLE FOIBE E DELLE CARNEFICINE COMUNISTE NELLE SCUOLE!


COMUNICATO STAMPA
BRUNO (MIS CON RAUTI): FINALMENTE SI PARLA DELLE FOIBE E DELLE CARNEFICINE COMUNISTE NELLE SCUOLE!
Sull'argomento, ai margini di una riunione della Segreteria regionale del Partito, il Vice Segretario Nazionale Vicario del Movimento Idea Sociale con Rauti Raffaele Bruno, il Segretario Provinciale della Federazione di Napoli Vittorio Lamberti e il Responsabile regionale dell'attività sociali del Partito Giuseppe Alviti hanno congiuntamente dichiarato:
"Ha fatto molto bene il ministro Gelmini ad inserire per la prima volta tra le tracce d'esame alla maturità la questione delle foibe. Una delle più grandi tragedie rimossa, negata, intoccabile, a tal punto innominabile da essere stata espunta dai libri di testo a causa di una censura rossa che ancora oggi non rinuncia a nascondere le tremende responsabilità che il Pci ebbe nella persecuzione degli italiani al confine orientale, negli infobiamenti, nel terribile esodo che accompagnò la perdita dei territori italiani a beneficio della Jugoslavia comunista di Tito. Finalmente ora la verità comincia a farsi strada nella storia del nostro Paese".
Napoli, 23 giugno 2010 L'Addetto Stampa del MIS con Rauti

martedì 22 giugno 2010

L'UNITA' NEL PALLONE (di Umberto Franzese)

L'UNITA'  NEL  PALLONE (di Umberto Franzese)

 L'Unità imbalsamata, a cui non credono in Pontida e a Gaeta, trova sfogo ogni quattro anni nel mondiale del Pallone. Il pallone, o meglio il Calcio, diventò adulto negli anni Trenta, quando dietro allo Sport non c'era il vuoto assoluto. L'Italia era da primato. L'Italia credeva in se stessa. Il Paese era o Patria o Nazione. Secondo Marinetti: "La Patria è un'aurora, tessuta di tramonti, la Patria è un ingegnere che divora i suoi ponti!" Gli faceva eco Paolo Monelli: "I popoli forti impongono il loro linguaggio, i loro modi di dire, non raccattano la foresteria con balorda premura…Non c'è posto, in un'Italia ardita e cosciente, per i cianciugliatori alla balcanica di parolette forestiere". Noi che c'inorgogliamo dell'Italia soltanto col pallone, raccattando la foresteria con balorda premura, abbiamo di che deprimerci. Noi che non crediamo nelle cose nostre, accettiamo quelle che ci vengono da altri e che accogliamo come novità. Fu sport di massa, di popolo e non di singoli. Fu sport di praticanti, di assi, di eroi, di idoli e non di passivi spettatori. Imprese strabilianti compiute da eroi leggendari, come Italo Balbo e i suoi sorci verdi, con la loro trasvolata da Roma a Chicago a bordo degli S. 55. Come Mario De Bernardi che stabilì un vero e proprio record: con un prototipo di idrovolante raggiunse i 420 chilometri orari. Come De Pinedo, che su idrovolante Savoia-Marchetti S.55 "Santa Maria", decollando da Orbetello, compì la traversata dell'Atlantico rientrando ad Ostia dopo aver coperto 44.000 chilometri. Come Umberto Nobile, che nel 1926 sorvolò, al comando del dirigibile Norge con Ronald Amundsen, il Polo Nord. Italiani con la schiena dritta, non molli, flaccidi e obesi. Marinetti, scotendo gli animi dei giovani, dichiarò "di aver imposto a cazzotti e legnate l'orgoglio italiano". "Nel dinamismo è la soluzione di tutta l'arte moderna – tuonò

Boccioni – è l'esaltazione delle lotte del proletariato, l'adorazione della scienza e dei suoi ritrovati tecnici più spettacolari, auto e aereo". Non era una vita sporca, scura, pesante, inutile, fatta di piaceri più che di doveri. L'Italia diventò un immenso cantiere in cui non brillarono carrozzoni clientelari e cricche varie. Tra le opere faraoniche spiccano: la bonifica delle paludi pontine; l'autostrada Milano Bergamo; il piano case per gli impiegati dello Stato; l'aeroporto di Ciampino;

la Mostra d'Oltremare; lo stadio Ascarelli, l'ippodromo delle Capannelle. Lavoratori dai polmoni gasati, silenziosi e operanti per la messa in opera di ospedali, scuole orfanotrofi.

L'Italia del calcio vince e stravince i campionati mondiali del 1934 e del 1938 e nella Olimpiade del 1936. Azzurri protagonisti nello sport, inattaccabili per condotta morale ed etica professionale.

I giornali illustrati dell'epoca non si soffermano sul macabro, sul morboso, sul nero, sul giallo, sul rosa. Il Paese ha alti ideali. Non si affida a pallonari, nani e ballerine. Non ne fa idoli da imitare. I campioni in campo hanno un comportamento irreprensibile, non usano sostanze vietate dal codice sportivo. Non fanno gestacci, non lanciano invettive contro il giudice di gara o verso gli spettatori. Hanno rispetto per l'avversario. Non si esaltano.

Ai giorni nostri, gli strapagati campioni della pedata, mostrano, a ogni piè sospinto, arroganza, violenza, disprezzo per chi, lottando, soccombe. Ostentano sul petto, sulle cosce, sulle braccia, tatuaggi di sinistri personaggi o scritte offensive sulle magliette. Sono, per i giovani, idoli miseri, gretti, evanescenti. Negli "anni del consenso"  l'Italia raggiunse traguardi mai toccati. E' una Nazione stretta tutta intera, senza divisioni, intorno al suo Duce. Gli Italiani scoprono che non esiste solo il calcio, il café chantant, il varietà e il tabarin, le colonie marine e montane. Contano anche le giornate lavorative ridotte a otto ore, le quote obbligatorie di assicurazione per vecchi, disoccupati, inabili al lavoro. Esplode il tennis da tavolo, il ping pong, popolare, presso i circoli aziendali e parrocchiali. Nasce la giornata del risparmio. Sul lago di Nemi prendono corpo i lavori per il recupero delle navi romane. Non più donne-crisi ma madri prolifiche e gonne fisse sotto il ginocchio. Principiano i concorsi di Miss nelle stazioni balneari; nei locali impazza il ballo del mattone.

Il mago degli spazi e dell'etere, Guglielmo Marconi, manda dalla cabina dell'Elettra un messaggio augurale al sindaco di Sidney. Il 28 ottobre 1929 nasce l'Accademia d'Italia. Gli accademici ricevono un compenso di 300 lire, i biglietti ferroviari gratis in prima classe e il titolo di eccellenza.

"Che cos'è questa premessa di un popolo esultante? Si leva sul pennone una bandiera? Si leva dal cuore un canto?  In alto i cuori o Italiani! Tutta la Patria è armata per tutte le gesta sui campi di gioco e sui campi cruenti. Coi moschetti e con gli spiriti, coi muscoli che guizzano e con l'anima che canta".

La realtà, oggi, è ben più modesta, avvilente. Un calcio ad un pallone e sul fischio di chiusura l'unità è finita: impazza il Carnevale di Pontida!


venerdì 18 giugno 2010

BRUNO (MIS CON RAUTI): CHIEDE A CESARO,IERVOLINO E A CALDORO DI CHIUDERE LA DISCARICA DI CHIAIANO!


 COMUNICATO STAMPA
BRUNO (MIS CON RAUTI): CHIEDE A CESARO,IERVOLINO E A CALDORO DI PORRE FINE IMMEDIATAMENTE ALLO SVERSAMENTO DI RIFIUTI NELLA DISCARICA DI CHIAIANO!
Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario e Responsabile del Dipartimento per le Politiche del Mezzogiorno del Movimento Sociale con Rauti Raffaele Bruno ha dichiarato:

"Invito il Presidente della Provincia Cesaro, il Sindaco di Napoli Iervolino e il Presidente della Regione Caldoro a provvedere alla chiusura della discarica di Chiaiano nella quale sono stati sversati in due anni tra le 800 e le 1.200 tonnellate di rifiuti al giorno, con un grave rischio per la messa in sicurezza della discarica, date le condizioni tecniche di criticità, con gravissimi disagi per la popolazione locale per il passaggio di centinaia di camion pesanti che transitano nella zona e per la puzza, che specie col caldo, si sente nel territorio circostante".

sabato 12 giugno 2010

BRUNO (MIS COPN RAUTI): TASSARE LE BANCHE, GLI IMPRENDITORI SUPERCAPITALISTI E LE GRANDI TRANSAZIONI FINANZIARIE SPECULATIVE!


COMUNICATO STAMPA
 BRUNO (MIS COPN RAUTI): TASSARE LE BANCHE, GLI IMPRENDITORI SUPERCAPITALISTI E LE GRANDI TRANSAZIONI FINANZIARIE SPECULATIVE!
   Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario e Responsabile del Dipartimento per le Politiche del Mezzogiorno del Movimento Idea Sociale con Rauti Raffaele Bruno ha dichiarato: 
 
   "Non mi sembra affatto giusto che a pagare i costi della manovra finanziaria, decisa in segiuto alla crisi economica in atto, siano soprattutto i soliti poveri lavoratori pubblici. Il MIS con Rauti contesta duramente questa manovra decisa dal Governo Berlusconi che è ingiusta, non solidale, senza riforme e che deprime quella poca crescita che si era intravista nel Paese. I sacrifici si chiedino ai grandi imprenditori, alle banche e si tassino le transazioni finanziarie a scopo speculativo. E' ingiusto e sbagliato prendersela  coi lavoratori dell'area pubblica, tagliando i contratti per i prossimi tre anni e riducendo gli organici, a partire dai lavoratori precari, sempre più bistrattati e offesi nella loro dignità"! 
Roma, 12 giugno 2010                                    L'Addetto Stampa del MIS con Rauti 
 

venerdì 11 giugno 2010

I germi e gli effetti della disUNITA' (di Umberto Franzese)


 
                                                                              

 

I  germi e gli effetti della disUNITA'

di Umberto Franzese 

    Al nord gli Asburgo, al Sud i Borbone: Nord e Sud si fondono tra Borbone e Asburgo. Con Maria Carolina e Ferdinando I, con Maria Clementina e Francesco I, con Maria Teresa Isabella e Ferdinando II.

Matrimoni regali, matrimoni politici. Per rinvigorire l'impero gli Asburgo concretizzano il loro dominio con le annessioni delle maggiori corti europee. Maria Teresa d'Austria, tenendo fede al detto - "bella gerant alii, tu felix Austria, nube !"- in queste gratificanti faccende era un'abile ricamatrice. La linea politica napolitana seguiva tale direttrice. Non se ne discostava più di tanto. Gli Asburgo avevano così allargato i loro confini, oltre che all'abile politica matrimoniale, grazie anche al Trattato di Rastadt che regolava la successione al trono alle donne in mancanza di eredi maschi. L'imperatore riuniva in sé i titoli di arciduca d'Austria, re di Boemia e d'Ungheria. Caposaldo di questa unione di Stati era la religione cattolica di cui i più ferventi praticanti erano i popoli di lingua tedesca. E' grazie a Maria Teresa, dopo anni di rivalità, che l'Austria si riavvicina alla Francia. La sovrana, con piglio autoritario, accresce la centralizzazione dello Stato per mezzo di una Corte dei conti, di un Tribunale monarchico e di un Direttorio dell'Interno che controlla l'Amministrazione dei vari stati. L'Austria introdurrà, dopo il 1870, una serie di riforme che si esplicò in campo sociale e religioso per l'uguaglianza di tutti i sudditi davanti alla legge e, conseguentemente, piena tolleranza per tutti i culti  non cattolici. Sarà la rivoluzione francese a scompaginare l'autoritarismo illuminato dei sovrani austriaci e ad avere pesanti strascichi anche a Napoli.

Dopo la decapitazione della regina di Francia, Maria Carolina, piagata nel corpo e nella mente, giurerà di vendicarsi fino alle estreme conseguenze della morte della sorella Maria Antonietta. La regina di Napoli subì un trauma così forte che il suo essere ne rimase fortemente disturbato. Cambiò totalmente il suo comportamento, il modo di porsi nei confronti persino dei più blandi protagonisti del verbo riformatore o rivoluzionario. Aveva inizio quel clima di sospetto, di diffidenza, di sfiducia che avrebbe incrinato profondamente i rapporti tra la monarchia e le classi più evolute.

 

2)

 

Il Napoletano e tutto il Mezzogiorno furono sconvolti dalla rivoluzione  imposta delle truppe francesi al comando dello Championnet. La Francia del 1789 fece la più grande rivoluzione di cui ci parli la storia. Non vi era rivoluzione, che volendo tutto riformare, aveva tutto distrutto. "Si eresse in Napoli un tribunale rivoluzionario il quale procedeva cogli stessi principi e colla stessa tessitura di processo del terribile Comitato di Robespierre".

E' grazie a quei semi sparsi nel 1789, che nel mondo si sono succedute le più sciagurate rivoluzioni: le guerriglie sudamericane e africane; la rivoluzione femminista e quella dei costumi sessuali; la Comune di Parigi; la rivoluzione cinese di Mao e quella cubana di Castro; la rivoluzione russa del 1917. E' una rivoluzione infinita che continua da più di duecento anni e che non si sa quando finirà. Una rivoluzione che ha prodotto controscosse spesso estremistiche come i moti monarchici della Vandea del 1793; la Restaurazione del 1815; il brigantaggio a seguito dell'invasione garibaldina e piemontese del 1860; il fascismo degli anni venti; il nazismo degli anni trenta. Cambiò un mondo. Gli uomini si videro imposte leggi che non intendevano e che presero a odiare. Leggi catapultate sulle punte delle baionette o scaturite da assemblee di filosofanti. Si finse di chiamare il popolo ad esprimersi su trattati e sulla costituzione. Si imbastirono falsi plebisciti. Si fece credere al popolo che poteva essere artefice del proprio destino e gli si impedì di esplicare le proprie idee, i propri pregiudizi, i propri costumi, le proprie credenze, i propri bisogni. Una costituzione va bene se prodotta dal popolo stesso e non se imposta colle armi del nemico.

Fu detto: "Se sono giacobini mandateli in Francia, ne ritorneranno realisti". Intanto nella strade di Napoli circolava una efficace canzonetta: " E' venuto lo francese cu nu mazzo d''e carte mmano: liberté, egalité, fraternità, tu arruobbe a me, io arrobo a te".

A sostenere la causa di Maria Carolina e di Ferdinando IV, erano i capipopolo Michele Pezza detto Fra' Diavolo, Sciarpa nel Cilento, Pronio negli Abruzzi, i fratelli Mammone nel Frusinate. A questi controrivoluzionari che furono chiamati sprezzantemente "briganti", si aggiunsero nell'Italia postunitaria, le "brigantesse" che condivisero con i loro compagni, specie nelle campagne, disagi e stenti.

 

 

 

3)

 

Si chiamavano Serafina Ciminelli, Filomena Cianciarulo, Maria Rosa Marinelli, Chiara De Nardo, ma avevano anche nomi come Ciccila, Mineca, Luciella, Chiarina,

Ngiulina, Nannina, Rusella. Tutte o quasi tutte finirono tragicamente a testimonianza della "civiltà"sulla "barbarie". Grazie a queste atrocità nasceva l'Unità d'Italia. Il Paese veniva consegnato ad un Savoia, che proprio italiano non era. Lo erano di certo i Borbone che regnavano senza far danno ad alcuno, protetti da un  lato dall'acqua santa e dall'altro dall'acqua salata. Alla fine della 2^ guerra mondiale fu istituito dagli "alleati", per i crimini di guerra, il Tribunale di Norimberga, quale tribunale fu istituito per i "Padri della Patria?". "Per l'unificazione italiana fu commesso molto male", ebbe a dire Luigi Sturzo .

E Vittorrio Messori: "Di questa nostra unità nazionale conosco bene i risvolti non edificanti".

Fossero esistiti gli Asburgo al nord e i Borbone al Sud l'eredità trasmessa oggi ai leghisti e ai sudisti, sarebbe stata certamente meno tragica e rivoltante.

Quel consenso plebiscitario che non fu raggiunto nel 1861, mancando l'adesione, l'approvazione della Chiesa, si concretizzò nel 1929 con i Patti Lateranensi, grazie al Fascismo che "non fu un movimento nichilista e non si impose alle masse popolari inermi. Esso, invece, si affermò come portatore di un atteggiamento mentale che fondeva pensiero colto e pensiero popolare e costituiva la base della sua ideologia e della sua cultura. Tale consenso, intorno all'Uomo della Provvidenza, fu la sacralizzazione della politica.

L'Italia si disunì, si spaccò in due nel 1916, tra interventisti e neutralisti, in quella che finì in una vera e propria mattanza di una intera generazione. Cinque milioni e più di reclutati passarono nelle trincee. Poco più di metà i renitenti alla leva. Duecentomila i condannati per reati commessi in divisa, quindicimila i condannati all'ergastolo, quattromila i giustiziati su verdetto pronunciato da giudici in divisa.

Dopo la vittoria il Paese si divise: da una parte i rossi e dall' altra i neri.

E furono gli anni del consenso. "Un consenso che diventò sempre più effettivo e vasto via via che invece di politicizzarsi, si depoliticizzava e affondava le sue radici nel mito di Mussolini e dell'Italia finalmente in cammino" "Solo la fede smuove le montagne non la ragione" Per correggere "secoli di decadenza politica, militare, morale, bisogna creare la classe dei guerrieri, la classe degli inventori, la classe dei giudici, dei grandi

 

 

4)

 

capitani d'industria, dei grandi esploratori, dei grandi governatori". Non fu questo o lo fu soltanto in parte, ma per la prima volta nel corso della sua storia, dopo "Roma caput mundi", il popolo italiano fu un'anima sola, un corpo solo, una mente sola. "O Patria mia, vedo le mura e gli archi e le colonne e i simulacri e l'erme torri degli avi nostri, ma la gloria non vedo, non vedo il lauro e il ferro ond'erano carchi i nostri padri antichi". "Come cadesti o quando da tanta altezza in così basso loco?".

Cademmo. Noi diventammo ora tedeschi, ora inglesi, ora americani, ora francesi; noi non volevamo più nulla, noi non eravamo più nulla. Ancora una volta l'Italia si disunì, si spaccò in due: da una parte i badogliani dall'altra i repubblichini.

sabato 5 giugno 2010

BRUNO (MIS CON RAUTI) IN VISITA NEL QUARTIERE SCAMPIA: ABBATTETE SUBITO LE VELE DI SECONDIGLIANO!

COMUNICATO STAMPA
BRUNO (MIS CON RAUTI) IN VISITA NEL QUARTIERE SCAMPIA: ABBATTETE SUBITO LE VELE DI SECONDIGLIANO!
Questa mattina il vice segretario nazionale vicario del Movimento Sociale con Rauti e responsabile del Dipartimento per le Politiche del Mezzogiorno Raffaele Bruno, unitamente al segretario provinciale della Federazione di Napoli Vittorio Lamberti ed alcuni militanti e dirigenti del Partito sono stati in visita alle ultime quattro vele rimaste, nella quali vivono ancora 120 famiglie in condizioni allucinanti. Sull'argomento Bruno ha dichiarato: 
   "Chiedo al sindaco di Napoli e al Presidente della Regione Caldoro di provvedere immediatamente all'abbattimento delle ultime quattro vele rimaste e alla sistemazione delle 120 famiglie che ancora vi abitano in condizioni di estremo degrado, con immondizia dissemimata ovinque, la criminalità e lo spaccio di droga che imperano e con bambini efamiglie esposte ad ogni pericolo. Le vele di Secondigliano rappresentano un allarme sociale ed una vera vergogna per tutti. E' giunta l'ora che si ponga fine a questo vero e proprio scandalo"! 
Napoli, 5 giugno 2010                                           L'Addetto Stampa del MIS con RAUTI 

sabato 29 maggio 2010

MUSSOLINI (di Pino rauti)


L'opera di Pino Rauti è un opuscolo leggibile in due-tre ore molto sobrio ed appassionante. Si tratta di una ristampa della stessa opera di Rauti pubblicata per la prima volta oltre trent'anni fa quando parlare di Mussolini e Fascismo era ancora un tabù e un argomento troppo scottante in quanto i ricordi della guerra erano vivissimi nella memoria di milioni di italiani. Il tono coinvolgente dell'opera stuzzica la fantasia del lettore che vive quasi in prima persona il racconto della vita del Duce immedesimandosi nel personaggio. Alla scoperta della vita del Duce, dal Benito bambino all'uomo coraggioso della RSI passando per l'emigrazione in Svizzera e i periodi in carcere; l'ascesa del fascismo al potere e il suo cammino verso il totalitarismo. Il dramma del 25 luglio e la dissoluzione in un baleno delle istituzioni che avevano caratterizzato il Ventennio, quasi a testimoniare come il Fascismo sia nato e morto con Benito Mussolini. Non parla nè del 28 aprile, nè di Piazzale Loreto, quasi a voler cancellare quei ricordi facendo solamente intuire la morte del Duce.
Un'opera che sicuramente vale la pena di leggere e che in poche pagine ha un contenuto di molto superiore a quello di molte opere dei giorni nostri.

lunedì 17 maggio 2010

L'IDENTITA' SOCIALPOPOLARE: RAGIONI E PROSPETTIVE DI UNA BATTAGLIA TUTTA DA COMBATTERE!


"L'IDENTITA' SOCIALPOPOLARE: RAGIONI E PROSPETTIVE DI UNA BATTAGLIA TUTTA DA COMBATTERE"!
 
di Raffaele Bruno

I conflitti politici sono oggi scaduti a rango puramente spettacolari. I confronti, sia tra uomini che tra le linee direttrici delle idee, della condizione del vivere sociale e della concezione dell'uomo, del mondo e dello Stato, non si producono spesso su contenuti reali, ma si limitano alla facciata e al "trucco estetico".
I rappresentanti del popolo sono solo preoccupati di bene apparire. Parlano forse molto, ma dicono poco, generalmente niente. Né sono preparati sul programma da difendere, tanto non serve, poiché forse nessuno gliene chiederà mai conto. Se si ascolta un esponente di centrodestra o di centrosinistra in televisione in campagna elettorale, si fa fatica a distinguere le loro appartenenze partitiche, tanto è l'omologazione e l'appiattimento esistente. Sicché i portatori del nuovo, a sinistra come a destra, sono quasi sempre degli ideologi isterici, vuoti, incartapecoriti, lasciati indietro dalla realtà , che è complessa e con problemi nuovi ed epocali da affrontare.
Noi crediamo che sia giunta l'ora di spezzare questa demenziale spirale e di rimboccarci le maniche. Lo si può fare in un modo nuovo di intendere la politica, inserendo "idee-forza" nel fango del pensiero debole e sempre più globale", ricorrendo al buon senso e alla lucidità, interessandoci oculatamente e con serietà e impegno dei problemi che ci toccano da vicino.
L'identità socialpopolare è già delineata attraverso i suoi punti cardini della visione etica dello Stato, con l'intento di realizzare uno Stato nazionale del Lavoro che si basi sulla partecipazione sociale e corporativa e sulle relative rappresentanze politiche e la sua amministrazione. Difendendo la dignità del lavoratore, contro le privatizzazioni selvagge dei servizi essenziali che devono rimanere sotto il controllo dello Stato, difendendo i valori dello spirito e della Tradizione dei valori. Poiché le radici profonde non gelano mai. Vogliamo, inoltre, apportare sostanziali correttivi legislativi in termini sociali dell'economia capitalistica di mercato, la conseguente retrocessione ulteriore e l'emarginazione definitiva delle economie deboli che caratterizzano taluni aree del nostro Paese, in particolare il Mezzogiorno.
Dall'ansia della ricerca di rinsaldare e rendere patrimonio comune la linea politica socialpopolare per uscire dal capitalismo selvaggio e dalla spirale che vorrebbe ridurre (come abbiamo spesso detto) il mondo solamente ad un supermercato in cui l'uomo viva soltanto per produrre e consumare e per combattere quello che definiamo il sistema sociale a "doppio binario", come esiste drammaticamente in America. Basta qui ricordare appena le conseguenze dell'applicazione della cosiddetta deroga "di soglia" all'articolo 18, la realizzazione di una medicina privata (di tipo assicurativo) da affiancare al Servizio Sanitario Nazionale), proposta che emerge ricorrentemente, l'incentivazione del sistema scolastico ed universitario privato a discapito di quello pubblico. Più in generale, insomma, si ha la sensazione (o la certezza) che con l'appannarsi della sensibilità riformista nelle classi politiche sono le ragioni della contabilità a dominare il campo e, nello specifico, a rimodellare quello Stato sociale che rischia di scomparire del tutto se non lo si difende con i denti.
Nelle regioni del Sud d'Italia le condizioni di partenza dello stato sociale (oggi detto welfare) accusano pesantissimi ritardi rispetto al resto del Paese, stimato nell'ordine del 45 - 50 per cento della spesa sociale, pari a 170 euro pro - capite, restando inferiore al valore nazionale di quattro punti. Non solo, ma la quota di spesa sociale risulta in relazione inversa rispetto alla capacità fiscale dei singoli comuni, così come emerge da una recente indagine del Cer Centro Europeo di Ricerca). In particolare, il 72 per cento della popolazione meridionale risiede in comuni a capacità "bassa" o "molto bassa" del livello di qualità della vita e solo il 4 per cento in quelli a capacità medio alta. Non è dunque un pessimismo di facciata ritenere che i valori della marginalità sociale delle aree più deboli, dal punto di vista dell'imposizione fiscale, possono ulteriormente ampliarsi nel corso di una interpretazione non solidale del progetto federalista, da molti ancora sottovalutato nelle sue conseguenze sul piano dello sviluppo e della modernizzazione della nostra società. La radicale modifica del Titolo V della Costituzione, che ribalta la potestà legislativa dello Stato a favore delle Regioni, produrrà conseguenze a cascata sull'organizzazione dei principali servizi sociali (altre che sull'organizzazione della produzione e del territorio).
Le prospettive per l'affermarsi nella società delle ragioni social popolari consistono anche nella volontà di riconoscere la potenzialità che il Mezzogiorno può avere quale "riserva strategica" per l'alternativa all'attuale modello politico e culturale, che è da definirsi "modello perverso".
Il Mezzogiorno, di cui lo scrivente si occupa particolarmente, seguendo le vicende da giornalista e combattendo ogni giorno in piazza la battaglia per la dignità della sua gente da militante socialpopolare, è oggi minacciato da gravissimi processi di "omologazione" volto a sovvertire i tanti valori che ancora e nonostante tutto (e tutti) resistono in termini di usi, costumi e tradizioni per giungere - da parte del mondialismo e del liberal-capitalismo - a nuovi modelli comportamentali e a scelte di consumo funzionali al ruolo gregario e subalterno del Mezzogiorno come area di mercato dipendente delle multinazionali, da quelle del sistema capitalistico ed alto-finanziario.
Partendo dalla nostra concezione organica della vita, dalle vocazioni territoriali, dalla storia e dalla cultura tradizionale di queste nostre terre, come dalle condizioni socio-economiche - occorre, invece, rilanciare una politica chiara e coraggiosa che sia di stimolo per chi vuole combattere contrapponendosi alla presenza assistenziale e clientelare del regime e per spazzare via il ciclo tuttora vigente nelle regioni meridionali dal sistema partitocratico corrotto: emergenza - assistenza - consenso.
C'è tanto da fare, insomma, per opporre una reale politica di presenza, di informazione e di denuncia che possa limitare in misura apprezzabile lo squallido "voto di scambio" clientelare, ancora esistente in molte zone del Sud. C'è tanto da fare anche per il recupero della dignità meridionale (al di là di qualsiasi piagnisteo dei meridionalisti di mestiere e da salotto e dall'assistenzialismo fine a se stesso) per riaccendere le speranze spente nella lunga attesa di rientro dal degrado e dall'emarginazione. Anche sulla scia della scoperta, la tutela, la valorizzazione e la promozione della identità locale del Mezzogiorno, affinché sia posto nelle condizioni di poter competere in moltissimi segmenti significativi con la globalizzazione in atto. Una identità dalle molte facce, dalle molte potenzialità: dalla cultura alle tradizioni popolari, ai beni artistici, storici, architettonici ed ambientali, al turismo, alla pesca, all'agricoltura, all'agrindustria, all'artigianato, al commercio, ai servizi ed altri settori.
Per la sua posizione strategica, il Sud, anche per il suo rapporto armonico con il mare, potrebbe avere, se si saprà dotare di dinamismo nelle sue istituzioni economiche e dirigenziali, la sua grande occasione di rilancio nell'ambito del Mediterraneo. Le novità introdotte dalle recenti leggi di modifica costituzionale offrono agli organi di governo delle Regioni una certa autonomia politica nel campo dei rapporti internazionali e transnazionali, ma tutto ciò non potrà bastare da solo. Occorrerà realizzare una burocrazia colta ed efficiente ed una classe politica capace di dotarsi di strumenti di analisi sofisticate e di competenze diplomatiche qualificate. Ma prima bisogna realizzare le infrastrutture adatte al processo di ripresa, abbattere la burocrazia asfissiante, investire in sicurezza e giustizia, incoraggiare l'impresa ad investire nel Mezzogiorno attraverso incentivo e sgravi fiscali per chi da lavoro ai disoccupati che sono quattro volte quelli esistenti nel Centro nord.
Un'intellighenzia autenticamente interessata a sperimentare l'incontro con realtà diverse e consapevoli nel volere promuovere relazioni privilegiate con i Paesi in via di sviluppo di tutto il Mediterraneo attraverso l'istituzione di quel Mercato comune che già abbiamo proposto in diversi convegni e delineato nel suo progetto complessivo.
La promozione di un'area di libero scambio mediterraneo potrebbe produrre vantaggi autentici se il Mezzogiorno saprà trasformarsi in uno spazio economico integrato in tutte le sue funzioni, embrione di una vera e propria comunità sociale e politica. La soluzione dei problemi, quelli dell'inera Italia e del suo Sud, tornano nelle mani di chi come noi si predica l'ingresso delle competenze nelle scelte politiche, anche attraverso la restituzione al Sud di quanto gli appartiene di diritto in termini di ruolo, di economia, di socialità e d' identità culturale, di rispetto delle specificità, di solidarismo comunitario e d'integrazione nazionale (ed europea) che è l'esatto contrario come dell'attuale sua "subalternità", così come della sua "omologazione".
Questo potrebbe essere uno dei campi nei quali potremmo darci nuove tensioni ideali, nuove motivazioni di battaglia politica, nuovi grandi e affascinanti impegni, nuove ragioni e prospettive politiche. A partire proprio dalla qualità e dall'intensità della nostra presenza nel Mezzogiorno che può rappresentare una "riserva strategica" di impegno per rinsaldare la nostra area nazionale, popolare e sociale.

sabato 15 maggio 2010

BRUNO (MIS CON RAUTI): L'INFERMIERA MARIA TERRAE' STATA ASSASSINATA DAL SISTEMA DI MALAFFARE E SFASCIO CHE ESISTE IN CAMPANIA!-



 

COMUNICATO STAMPA
 BRUNO (MIS CON RAUTI):  L'INFERMIERA MARIA TERRACCIANO E' STATA ASSASSINATA DAL SISTEMA DI MALAFFARE E SFASCIO CHE ESISTE IN CAMPANIA!
   Sull'aargomento il Vice Segretario Nazionale del MIS con Rauti e Responsabile del Dipartimento per le politiche del Mezzogiorno Raffaele Bruno ha dichiarato: 
   "L'infermiera napoletana Maria Terracciano di 45 anni, morta perché ha messo in atto una protesta estrema, facendosi prelevare ogni giorno 150 millimetri di sangue fino a quando non fossero pagati gli stipendi ai dipendenti dell'Asl Napoli 1, è vittima di 15 anni di malgoverno della sinistra in Campania e del sistema di malaffare e sfascio che esiste in questa regione. Si vergognino tutti i politicanti di regime e la classe dirigente inetta che hanno fatto sì che questa donna diventasse il simbolo di chi per farsi ascoltare e sopravvivere deve arrivare a togliersi la vita". 
Napoli, 15 maggio 2010                                          L'Addetto Stampa del MIS con Rauti 

BRUNO (MIS CON RAUTI): L'INFERMIERA MARIA TERRAE' STATA ASSASSINATA DAL SISTEMA DI MALAFFARE E SFASCIO CHE ESISTE IN CAMPANIA!-

COMUNICATO STAMPA
 BRUNO (MIS CON RAUTI):  L'INFERMIERA MARIA TERRAE' STATA ASSASSINATA DAL SISTEMA DI MALAFFARE E SFASCIO CHE ESISTE IN CAMPANIA!
   Sull'aargomento il Vice Segretario Nazionale del MIS con Rauti e Responsabile del Dipartimento per le politiche del Mezzogiorno Raffaele Bruno ha dichiarato: 
   "L'infermiera napoletana Maria Terracciano di 45 anni, morta perché ha messo in atto una protesta estrema, facendosi prelevare ogni giorno 150 millimetri di sangue fino a quando non fossero pagati gli stipendi ai dipendenti dell'Asl Napoli 1, è vittima di 15 anni di malgoverno della sinistra in Campania e del sistema di malaffare e sfascio che esiste in questa regione. Si vergognino tutti i politicanti di regime e la classe dirigente inetta che hanno fatto sì che questa donna diventasse il simbolo di chi per farsi ascoltare e sopravvivere deve arrivare a togliersi la vita". 
Napoli, 15 maggio 2010                                          L'Addetto Stampa del MIS con Rauti 

mercoledì 5 maggio 2010

CONTINUA LA RACCOLTA DI FIRME CONTRO I VERGOGNOSI PRIVILEGI DEI PARLAMENTARI A NAPOLI DEL MIS CON RAUTI !

CONTINUA LA RACCOLTA DI FIRME CONTRO I VERGOGNOSI PRIVILEGI DEI PARLAMENTARI A NAPOLI DEL MIS CON RAUTI !

COMUNICATO STAMPA
CONFERENZA STAMPA E RACCOLTA DI FIRME CONTRO I PRIVILEGI DEI
PARLAMENTARI DEL MIS CON RAUTI A NAPOLI!
Mercoledì 12 maggio, dalle ore 10,00 alle 14,00, in
Piazza
Dante - Napoli- avrà luogo una mobilitazione con
raccolta di firme per chiedere al Presidente della Repubblica e al Capo delGoverno
di abolire i privilegii dei parlamentari nazionali
(deputati e senatori), con megafonaggio, volantinaggio ed esposizione di tabelloni di
protesta.
Intervengono alla Conferenza Stampa: Raffaele Bruno, Vice
Segretario Nazionale Vicario del Movimento Idea Sociale con
Rauti, Vittorio Lamberti, Segretario Provinciale della
Federazione di Napoli, i Dirigenti Giuseppe Alviti, Tecla
Tricarico e Gennaro Raiola, militanti e iscritti al Partito.
Hanno aderito all'iniziativa l'Associazione Vento del Sud, i
Disoccupati Napoletani, il Comitato di cittadini contro i
privilegi dei parlamentari.
Napoli, maggio 2010
L'Addetto Stampa del MIS con Rauti
LA STAMPA E' INVITATA!

giovedì 29 aprile 2010

BRUNO: SOLIDARIETA' AI 1O MILA OPERATORI SANITARI SENZA STIPENDIO PER COLPA DELLA POLITICA SCELLERATA DI BASSOLINO!

BRUNO: SOLIDARIETA' AI 1O MILA OPERATORI SANITARI SENZA STIPENDIO PER COLPA DELLA POLITICA SCELLERATA DI BASSOLINO! 
 Sull'argomento il Vice segretario Nazionale vicario del Movimento Sociale con rauti Raffaele Bruno ha dichiarato: 

 "Duecimila operatori sanitari dell'Asl Napoli 1 sono senza stipendio a causa della politica scellerata e di sprechi di Bassolino. E' una vera vergogna, anche  perché a pagare i disagi saranno i cittadini malati e i degenti. Infatti, ci sono ospedali in fermento, interventi chirurgici rinviati, ambulatori in tilt. Mobilitazione generale dei sindacati, Ordine dei medici in rivolta. All'ospedale San Paolo sono saltati gli interventi chirurgici non urgenti. Al San Giovanni Bosco si parla di "ospedale in subbuglio". Al San Gennaro sono state sospese le prenotazioni. L'Associazione dei medici ospedalieri (Anaao) ha proclamato lo "stato di agitazione". Esprimo solidarietà ai diecimila operatori sanitari e chiedo ai cittadini penalizzati di scendere in piazza a protestare. La campania ha già pagato 15 anni di malgoverno della sinistra. E'm ora di voltare pagina e il governo Berlusconi deve subito intervenire per sanare il buco finanziario esistente".

Napoli, 29 aprile 2010                                     L'Addetto Stampa del MIS con Rauti

lunedì 26 aprile 2010

VOLANTINAGGIO DEL MIS CON RAUTI CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA NEL QUARTIERE PIGNASECCA A NAPOLI!


COMUNICATO STAMPA
VOLANTINAGGIO DEL MIS CON RAUTI CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA NEL QUARTIERE PIGNASECCA A NAPOLI! 
Una decina di militanti del gruppo giovanile del MIS con Rauti hanno effettuato un volantinaggio contro la pèrivatizzazione dell'acqua in uno dei Quartieri più popolare di Napoli: quello della Pignasecca, raccogliendo molti consensi tra la gente alle prese con l'aumento vertiginoso della bolletta e con l'erogazione di un acqua inbevibile che sgorga dai rubinetti. 

mercoledì 21 aprile 2010

MIS CON RAUTI: E' L'ORA DELLA LOTTA DI POPOLO. AIUTATECI A DIFENDERVI!





COMUNICATO STAMPA
Stampati 30 mila manifesti e 300 mila volantini per tutta la Campania per avviare una grande campagna di adesione al Movimento Sociale con Rauti. volantinaggi saranno organizzati in tutti i quartieri di Napoli e a salerno, Avellimo, Caserta e Benevento. Il Mis rilancia i temi della sua battaglia social popolare e chiama i giovani, le donne e i rappresentanti delle categorie e degli emarginati alla mobilitazione.
www.misconrauticampania.it

domenica 18 aprile 2010

BRUNO (MIS CON RAUTI): DOSSIER DEL MIS SUGLI SCAVI DI POMPEI AL MINISTRO BONDI!


BRUNO (MIS CON RAUTI): DOSSIER DEL MIS SUGLI SCAVI DI  POMPEI AL MINISTRO BONDI!

1) Manca un'adeguata manutenzione ordinaria e
straordinaria – molti manufatti stanno crollando e diverse
"insulae" rimangono chiuse al pubblico o sono solo in
minima parte usufruibili dai visitatori (tra i quali citiamo
le Case di Cecilio Giocondo, dei Quattro Stili, di Efobo,
quella degli Epigrammi greci, quella delle Nozze d'Argento
e perfino una casa visitabile come quella dei Vetti) versano
in condizioni di degrado assoluto – diversi mosaici stanno
crollando poiché non si effettuano i restauri
indispensabili da molti anni;
2) Si continuano ad indire gare, ad ordinare progetti e
appalti, utilizzando Società e Ditte esterne, quasi tutte
settentrionali, mortificando le professionalità esistenti
tra gli impiegati degli Scavi archeologici;
3) I 139 assunti addetti alla biglietteria e al controllo
senza concorso, senza titoli e per chiamata diretta che il
Movimento Idea Sociale con Rauti aveva denunciato sono
ancora al loro posto;
4) Gli Agenti di Pubblica Sicurezza del Servizio di
Vigilanza non hanno da anni, così come prevede il
regolamento interno, la divisa e la pistola, nonostante che
abbiano in tasca la tessera del Ministero degli Interni.
Stanno facendo una lunga battaglia per ottenere i loro
diritti ed ora si sentono dequalificati e demotivati;
5) Gli appalti e gli incarichi ad esterni sono continuati e
senza motivo alcuno, in quanto le maestranze interne
esprimono capacità e sufficienza, ma si preferisce
mobbizzarle, sottoutilizzarle e mortificarle;
6) Manca un Ambulatorio medico o una infermeria d'urgenza
degna di questo nome negli scavi di Pompei, di Ercolano e
in quelli di Oplonti;
7) Due antiche Officine esistenti negli Scavi Archeologici
di Pompei con maestri fabbri, elettricisti, falegnami ed
operai specializzati, sono state chiuse con pretesti assurdi
ed anche il settore restauri è stato di fatto soppresso.
Si preferisce appaltare lavori a Ditte private esterne e
tenere il personale umiliato a non fare alcunché;
8) Non si è ancora proceduto all'adeguamento delle
strutture che ospitano i lavoratori in entrambi gli Scavi
Archeologici alla Legge 626/94, inerente la messa in
sicurezza dei luoghi di lavoro e dei sistemi antincendio ed
anche l'illuminazione generale, nonostante
l'inaugurazione in "pompa magna" di un impianto
multicolore di luci nelle zone più in vista, rimane
insufficiente a Pompei, a Ercolano e a Oplonti;
9) Il sistema di controllo degli accessi per i visitatori,
con conta persone e relativi orologi, per i quali si spesero
oltre tre miliardi delle vecchie lire, non è mai andato in
funzione, tranne che parzialmente a Pompei, mentre a
Ercolano e a Oplonti la sicurezza è una vera e propria
chimera;
10) Da anni non si pagano gli straordinari ai lavoratori e
la gestione del personale è gestita con modi arroganti ed
antisindacale;
11) La gestione delle biglietterie è stata data in
appalto nonostante che tale lavoro poteva continuare a
svolgerlo il personale interno;
12) Anche il settore bagagliaio e accoglienza è stato
dato in appalto, nonostante molti dipendenti avessero
partecipato ad un corso di lingue pagato
dall'Amministrazione proprio per destinare a tale compito
gli addetti interni;
13) Molti affreschi di grande pregio presentano vistose
macchie di muffa già presente da anni, erbacce sono
presenti ovunque e tranne nelle strade principali, i segni
dell'incuria sono evidenti;
14) In Via dell'Abbondanza gli antichi marciapiedi sono
stati ricoperti con cemento bianco, senza fare neppure il
minimo tentativo di imitare l'antica pavimentazione, come
già fu fatto dal professore Ponticello per Via Mercurio;
15) Agli Scavi Archeologici di Ercolano la maggior parte
delle Case rimangono chiuse al pubblico ed abbandonate al
degrado più allucinante;
16) Sempre ad Ercolano manca un'uscita di sicurezza,
gli Scavi della Villa dei Papiri non sono ancora ultimati,
nonostante siano costati miliardi e si sta rischiando il
depauperamento di un grande patrimonio storico;
17) Anche agli Scavi Archeologici di Ercolano, come a
quelli di Pompei, i lavoratori svolgono le loro mansioni
senza tutela alcuna ed i sorveglianti, in particolare,
aspettano ancora di avere in dotazione le divise e le
pistole, così come previsto dalla Legge vigente;
18) Sempre ad Ercolano, molti reparti di grande valore
artistico e monumentale sono in balìa di ladri e di
malintenzionati e dipinti, affreschi, mosaici e solai stanno
andando in malora. Anche qui, tra un assurdo e colpevole
menefreghismo generale.
19) Mancano ovunque percorsi per favorire ai disabili la
fruizione degli Scavi, sia a Pompei, quanto ad Ercolano;
20) Rimangono carenti le condizioni igienico –
sanitario in cui versano i locali che ospitano il personale
nei relativi turni di guardia e ovunque si riscontra la
presenza di topi ed insetti vari.

Alla luce di tutto cio', il Movimento Idea Sociale chiede:

1) le immediate dimissioni del sovrintendente Pier Giovanni
Guzzo, il quale stranamente cambiano i governi, ma lui
rimane inamovibile, nonostante le provate incapacita'
gestionali e dei Direttori degli Scavi di Pompei dott.
D'Ambrosio Antonio e degli Scavi di Ercolano dott. Guido
Baldo Maria Paola;

2) la costituzione da parte del Ministro ai Beni Culturali

di una commissione d'inchiesta sugli Scavi di
Pompei ed Ercolano;


3) al Ministero competente Sandro Bondi si chiede anche
l'immediata convocazione di una delegazione politica onde
verificare la volontà da parte del ministro di prendere
atto delle nostre denunce;

4) la rimozione del capo dipartimento del ministero dei beni
culturali, colpevole di non aver vigilato sull'incredibile
degrado già abbondantemente denunciato,
esistente sia negli scavi di Pompei quanto
in quelli di Ercolano.

Resta, in conclusione, inteso che qualora non dovessero
essere prese in considerazione i punti sopra esposti, il
Movimento Idea Sociale, continuerà la battaglia di
denuncia con pubbliche manifestazioni, anche di protesta
clamorosa, e si rivolgerà alla Magistratura e a tutti gli
organi preposti per fare rispettare la Legge, allo scopo di
fare piena luce sull'intera incredibile vicenda e per
accertare se nel comportamento della dirigenza della
Soprintendenza Archeologica di Pompei ed Ercolano e dei
rispettivi Direttori responsabili non si riscontrino
omissioni e/o violazioni

sabato 17 aprile 2010

BRUNO: ATTENZIONE LA POVERTA' AUMENTA. IL MOMENTO E' FAVOREVOLE AGLI USURAI!


COMUNICATO STAMPA
BRUNO: ATTENZIONE LA POVERTA' AUMENTA. IL MOMENTO E'
FAVOREVOLE AGLI USURAI!
Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario e
Responsabile del Dipartimento per le Politiche del
Mezzogiorno del Movimento Idea Sociale con Rauti Raffaele
Bruno ha dichiarato:
"L'acqua alla gola è una diabolica minaccia per mettere le
mani nel sacco dell'usura. Gli ultimi dati dicono che in un
anno, solo in Italia, oltre un milione sono state le vittime
dello strozzinaggio. Le famiglie povere che rischiano di
finire negli artigli dell'esosità sono circa due milioni e
mezzo, soprattutto nel Sud d'Italia, dove aumentano anche le
famiglie povere che non ce la fanno a provvedere
all'alimentazione. Tra aumenti sconsiderati delle tasse,
crisi economica e perdita di posti di lavoro, la situazione
si fa drammatica. Il governo intervenga subito ad aiutare le
famiglie in difficoltà, diversamente andremo sempre di
più verso una grave disperazione sociale, dove si potranno
intravedere scenari drammatici e turbolenti".
Napoli, aprile 2010 L'Addetto Stampa Mis con Rauti