giovedì 26 agosto 2010

BRUNO (MIS CON RAUTI) AL QUESTORE DI NAPOLI: LA SITUAZIONE DI DEGRADO ALLA STAZIONE DI NAPOLI NON E' PIU' TOLLERABILE!


COMUNICATO STAMPA

BRUNO (MSI CON RAUTI) AL QUESTORE DI NAPOLI: LA SITUAZIONE DI DEGRADO E VIOLENZA ALLA STAZIONE CENTRALE DI NAPOLI  NON PUO' PIU' ESSERE TOLLERATA!

Il Vice segretario Nazionale Vicario del Movimento Idea Sociale con Rauti Raffaele Bruno, unitamente al Segretario Provinciale della Federazione di Napoli Vittorio Lamberti, e ai dirigenti Giuseppe Alviti, Gennaro Raiola e Tecla Tricarico chiedono al Questore di Napoli Santi Giuffrè   di intervenire subito  per mettere fine alla situazione di  estremo degrado sociale e di inaudita violenza esistente in piazza Garibaldi e nell'area ad essa circostante, dopo avere partecipato questa mattina ad un incontro con cittadini e commercianti della zona.

     Per Piazza Garibaldi, Vasto - Arenaccia,  Porta Nolana e Porta Capuana  si  richiede una risposta immediata e ferma da parte delle forze dell'ordine e delle istituzioni tutte, compreso un impegno maggiore dei Vigili Urbani. La folta presenza di extracomunitari e Rom, di accattoni e sbandati, bidonisti, giocatori delle tre carte, scippatori e rapinatori hanno trasformato questi luoghi in una sorta di zona franca dove è possibile commettere, impunemente, ogni genere di reato. Ultimamente diversi sono stati gli episodi di violenza, sfociati anche in fatti molto gravi, che hanno visto coinvolti extracomunitari che, spesso ubriachi, diventano protagonisti di risse e di gesti che mettono in seria discussione la sicurezza dei cittadini residenti in quell' area.  Nella zona (che dovrebbe rappresentare il biglietto da visita della città) plorificano anche negozi cinesi che vendono merci contraffatte e che non rispettano le norme più elementari dell'igiene e del vivere civile, buttando per strada cumuli di immondizia e cartoni ad ogni ora del giorno e le aggressioni, scippi e rapine sono aumentate a dismisura. Se la zona non sarà presidiata  massicciamente dalle forze dell'ordine e Vigili Urbani nelle prossime giornate e non si vedrà una svolta di presenza dello Stato sul territorio che si decide a difendere l'iincolumità fisica di coloro che ci abitano e  lavorano in queste zone scenderemo in piazza con i cittadini e commercianti esasperati!

Napoli, 26 agosto 2010                                             L'Addetto Stampa del MIS con Rauti

martedì 24 agosto 2010

ATTENTI AI PRODOTTI MADE IN CINA!!!


BRUNO (VENTO DEL SUD): BASTA CON LA CONCORRENZA DEI PRODOTTI CINESI!


 BASTA CON LA CONCORRENZA SLEALE DEI PRODOTTI CINESI! I CAPI
COMPRATI DA LORO E CHE SI INDOSSANO PROVOCANO GRAVI PROBLEMI
DI ALLERGIE,ANCHE GRAVI!

   Sull'argomento il Presidente dell'Associazione Vento
del Sud Raffaele Bruno ha dichiarato: "La concorrenza sleale dei cinesi nelle nostre città,
oltre a mettere in ginocchio interi settori commerciali
quali il tessile e il calzaturiero,sta determinando anche
gravi problemi a cittadini che comprano indumenti e scarpe a
basso costo in negozi e su bancarelle di cinesi. Si ha
sempre più spesso notizie di cittadini che, infatti,
lamentano problemi di salute determinati dal fatto di avere
indossato indumenti acquistati da cinesi. I rischi che si
corrono scegliendo un capo d'abbigliamento, un paio di
scarpe, della biancheria non regolari derivano soprattutto
dal fatto che questi prodotti si "indossano", si portano
cioè a contatto del proprio corpo. La prima conseguenza,
spesso ignorata, è l'igiene. Nei laboratori artigianali
dove vengono fabbricati i falsi del made in Italy le
condizioni di lavoro sono disastrose. Vengono impiegati
spesso materiali tossici, sostanze dannose, in grado di
provocare allergie. I capi di cotone vengono spesso
sbiancati con l'uso di sostanze pericolose vietate in
Europa. Dobbiamo incoraggiare la promozione della
responsabilità sociale delle aziende facendo verificare la
veridicità delle etichette e parlando dei rischi per la
salute dei prodotti immessi nei circuiti commerciali. Le
ammine odorose, altamente tossiche, sono molto usate nei
manufatti extra-europei ma non risultano mai dalle
etichette. Le tomaie di pessima plastica venduta come pelle,
si alterano a contatto con il sudore e gli "umori" della
cute, provocando danni e allergie gravi. Il più delle
volte i materiali degli occhiali illeciti non seguono gli
standard europei di sicurezza particolarmente rigidi. Con
danni per la vista. I rimedi. Sono gli stessi che dovrebbero
guidare la scelta di prodotti di altri settori: acquistare
presso rivenditori autorizzati di marchi noti, non fermarsi
al primo negozio, evitare i prezzi bassi per i prodotti che
sono a contatto con il corpo. Le etichette devono essere
chiare e riportare più componenti (nessun capo di
abbigliamento è costituito da un unico tessuto o
materiale, ndr), i tipi di tintura, trattamento, sostanze e
coloranti entrati nel processo produttivo.
Infine sulla confezione devono esserci indicazioni del
produttore o dell'importatore con indirizzi, numeri verdi,
telefoni esiti. I prodotti contraffatti non lo prevedono
quasi mai. Al primo difetto chiedete immediatamente la
sostituzione facendo valere la legge italiana sulle
garanzie. Un prodotto di marca è sempre garantito".

lunedì 23 agosto 2010

IL MIS CON RAUTI CHIEDE AL GOVERNO DI REALIZZARE UN FONDO PER I DISOCCUPATI DEL SUD!


TASSARE LE MERCI REALIZZATE NEI PAESI DELL'EST CON MANODOPERA SOTTOPAGATA DAGLI IMPRENDITORI ITALIANI E REALIZZARE UN FONDO PER I DISOCCUPATI DEL SUD!

Nel corso di un incontro con un gruppo di disoccupati napoletani in lotta per ottenere un lavoro nel quartiere di Pianura, il Vice Segretario Nazionale Vicario e Responsabile del Dipartimento per le politiche del Mezzogiorno Raffaele Bruno, il Segretario Provinciale della Federazione di Napoli Vittorio Lamberti e il Responsabile Regionale delle Attività sociali del Partito Giuseppe Alviti  hanno congiuntamente dichiarato:

"Proponiamo l'istituzione di un fondo sociale per poter dare a un milione di giovani disoccupati italiani un Salario Minimo di Inserimento Sociale di 800 euro al mese in cambio di un servizio qualificato nel campo della protezione civile, della protezione sociale o del volontariato. I fondi si possono ricavare tassando gli imprenditori italiani che continuano a migliaia ad aprire fabbriche in Romania, in Cina  e nei Paesi dell'Est. Vanno lì perché la mano d'opera costa dieci volte meno che da noi. Privatizzano, quindi, gli enormi guadagni e socializzano il costo della crescente disoccupazione e cassa integrazione che loro determinano. I prodotti realizzati nei paesi poveri li vendono poi sui mercati italiani a prezzo occidentale. Bisogna quindi tassare l'esportazione di capitali e le merci che entrano nel nostro Paese fabbricate sottocosto altrove. Con questi soldi si possono pagare giovani che potremmo utilizzare nella salvaguardia delle coste, nella riforestazione, nell'assistenza domiciliare agli anziani, nella sorveglianza al patrimonio artistico, monumentale e culturale del nostro Paese".
Napoli, 23 agosto 2010                                                       L'Addetto Stampa del Mis con Rauti

sabato 21 agosto 2010

BRUNO (MIS CON RAUTI): NOI NON CI UNIREMO AL CORO DELLA RETORICA E DELLE FALSITA' DEI FESTEGGIAMENTI SULL'UNITA' D'ITALIA!

 COMUNICATO STAMPA

BRUNO (MIS CON RAUTI): NOI NON CI UNIREMO AL CORO DELLA RETORICA E DELLE FALSITA' DEI FESTEGGIAMENTI SULL' UNITA' D'ITALIA!

Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario del Movimento Idea sociale con Rauti e Presidente dell'Associazione Nazionale Vento del Sud Raffaele Bruno ha dichiarato:

"Noi non ci uniremo al coro della retorica e delle falsità dei festeggiamenti sull'unità d'Italia perché nella realtà fu una vera e propria occupazione militare e coloniale dei Savoia con l'appoggio dell'Inghilterra e di potentati economici e massoni dell'epoca. Il "Risorgimento e la successiva "unità" della nostra penisola causarono nel nostro Sud, in Sicilia e in Sardegna, stragi, rapine di risorse ingenti, stupri delle nostre donne, deportazione, emigrazione forzata. Dopo 150 anni nulla è cambiato poiché lo sfruttamento, la precarietà e la deriva sociale soffoca il nostro territorio. Combattiamo, quindi, per conquistare la dignità del nostro popolo massacrato e offeso dal malgoverno che ancora colpisce il Sud e umilia le nostre genti"!

Napoli, 21 agosto 2010 L'Addetto Stampa del MIS con Rauti


venerdì 20 agosto 2010

HA RAGIONE RAUTI, FINI IL TRADIMENTO LO HA NEL SUO DNA!

HA RAGIONE RAUTI, FINI IL TRADIMENTO LO HA NEL SUO DNA!
  Ha ragione Rauti, il tradimento Fini lo ha nel suo dna. Ha tradito Almirante e il Movimento Sociale,
ha liquidato e svenduto Alleanza Nazionale ed ora sta tentando col Pdl! A Roma lo chiamano
il "mortarolo"poiché tutto quello che fa distrugge!... Spero che questa volata sia davvero iniziata la sua fine!
                                      Raffaele Bruno

giovedì 19 agosto 2010

L'ON. PINO RAUTI, SEGRETARIO NAZIONALE DEL MOVIMENTO IDEA SOCIALE, CON RAFFAELE BRUNO E GIUSEPPE ALVITI!

L'ON. PINO RAUTI, SEGRETARIO NAZIONALE DEL MOVIMENTO IDEA SOCIALE, CON RAFFAELE BRUNO E GIUSEPPE ALVITI!

GENNARO RAIOLA, OTTIMO COLLABORATORE, AMICO E CAMERATA A ME MOLTO CARO! RAFFAELE BRUNO


Gennaro Raiola, ottimo collaboratore, amico e camerata a me molto caro! Raffaele Bruno

lunedì 9 agosto 2010

BRUNO (MIS CON RAUTI): SI FERMI SUBITO L'ABUSIVISMO EDILIZIO SUL VESUVIO!


COMUNICATO STAMPA
SI FERMI IMMEDIATAMENTE L'ABUSIVISMO EDILIZIO SUL VESUVIO!
Sette sezioni missine: quelle di Torre del Greco, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, Sant'Antonio Abate, Ercolano, Portici e Trecase mobilitate sull'allarme vesuvio!
Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario e Responsabile del DipartimenMezzogiorno del Movimento Idea Sociale Raffaele Bruno ha dichiarato:
"Dell'eruzione hanno una grande paura tutti. Tant'è che basta una piccola scossa per scatenare il panico. Della colata di cemento che ormai soffoca le falde dello "sterminator Vesevo", come lo amava definire il Leopardi, nessuno sembra preoccuparsi. Le città costruite e sviluppatesi alle falde del cratere rappresentano, invece, un pericolo serio per la sicurezza dei settecentomila e più abitanti che popolano la zona e l'aumento indiscriminato di abusivismo edilizio, oltre a rappresentare un attentato all'ambiente è anche un saccheggio sistematico di un territorio della bellezza incomparabile. Di fronte ad un eventuale e non esclusa ipotesi di risveglio del Vesuvio non esisterà piano di Protezione Civile efficace, finché il nocciolo del problema - vale a dire la sciaugurata edilizia e demografia nell'area più vicina al vulcano - non sarà affrontato con la necessaria determinazione. Per questi motivi il MIS con Rauti , insieme a delle Associazioni ambientaliste e culturali ad essa vicino, sta effettuando volantinaggi e manifestazioni di denuncia verso quelle amministrazioni, locali, provinciali e regionali, che nulla fanno per affrontare il gravissimo problema, prima che sia troppo tardi e per sensibilizzare l'opinione pubblica delle popolazioni locali. I segnali emergenti sono, purtroppo, di segno decisamente negativo, poiché alla valanga di case e ville edificate nel dopo - terremoto in diciotto Comuni della cosiddetta "zona rossa" (circa tremila case costruite, in grandissima parte condonate), entro i prossimi otto-dieci anni potrebbe aggiungersi una massa di altri quarantamila vani, secondo quanto previsto dagli Uffici tecnici municipali, definiti "di prima necessità". Come se le ragioni (meglio dire il buon senso) della sicurezza, della tutela ambientale, della difesa dalla minaccia eterna del vulcano fossero argomenti da non tenere in alcun conto. E gli appelli dei vulcanologi di tutto il mondo ? E le denuncie di tante Associazioni impegnate a difendere l'ambiente? E gli impegni solenni di amministratori regionali, comunali, provinciali, deputati e ministri? Tutto finito nel vuoto, come il coraggio dell'Ente parco del Vesuvio, che qualche anno fa aveva avviato le prime demolizioni di ville abusive. Quelle prime sentenze furono poi avversate ed intralciate con ogni mezzo, politico ed amministrativo, sino a precipitare nuovamente nella paralisi e nella piena confusione la situazione dell'amara realtà quotidiana. Ignoranza ed incoscienza, dunque. Basterebbe considerare la differenza fra rischio Etna e rischio Vesuvio, per avere un'idea del pericolo che incombe sul capo di centinaia di migliaia di cittadini vesuviani, non tanto per il risveglio probabilissimo del vulcano che non ha mai smesso di essere attivo e sveglio, ma per la tragedia di un'impossibile fuga in massa, se le previsioni di un "esodo programmato" fossero, per motivi imprevedibili, disattesi. In Sicilia, le prime abitazioni a rischio distano di sette chilometri dal cratere. Qui, al Vesuvio, strade e case s'inerpicano sino a poche centinaia di metri dalla bocca di fuoco e dalle fumarole ubicate tutt'intorno ancora attivissime. Monitorare la possibile risalita del magma, certo, è molto importante. Ma l'umana imbecillità di chi è pronto a costruire altre palazzine sui terreni ardenti, chi può ancora fermarla? Organizziamoci, quindi, e manifestiamo prima che sia troppo tardi.
Napoli, 9 agosto 2010 L'Addetto Stampa del MIS con Rauti
www.misconrauticampania.it

martedì 3 agosto 2010

PINO RAUTI ATTACCA FINI SU IL GIORNALE: "Fini non è mai stato sincero"!


PINO RAUTI ATTACCA FINI SU IL GIORNALE: "Fini non è mai sincero. Lo conosco da una vita e una delle sue caratteristiche è quella di non dire mai quello che pensa sinceramente". Inizia così l'intervista di Pino Rauti a Il Giornale. L'esponente di spicco della destra radicale rivela alcuni dettagli sull'attuale Presidente della Camera: "lo chiamano il mortarolo. E' un liquidatore. Ha liquidato l'Msi, poi An nel Pdl, ora ci sta provando con il Pdl. Nella sua lunga carriera politica non c'è mai stata una fase costruttiva".

"Nei suoi partiti quando mai è stato liberale?" si chiede Rauti pensando alle accuse di monarchia che l'ex leader di An ha rivolto in questi mesi a Silvio Berlusconi.

Ma non è finita, secondo l'intervistato Fini starebbe fraintendendo "lo sfondamento a sinistra" proposto dallo stesso Rauti ai tempi dell'Msi riducendolo al compiacimento della sinistra in quanto antiberlusconiano.

lunedì 2 agosto 2010

FINI E' UN KAMIKAZE (di Marcello Veneziani)


Tratto da ILGiornale: Fini è un kamikaze che passeggia per il Transatlantico imbottito di trentatré chili di tritolo. Il suo potere è tutto in negativo, non ha sbocchi politici costruttivi ma solo distruttivi; non può dar vita a prospettive ma forse può far saltare in aria il governo e il Parlamento. Il suo miniclub di parlamentari che lo seguono e la possibilità di collettore degli umori antiberlusconiani danno a lui un'arma micidiale. Non sottovalutatelo da quel punto di vista. Del resto la sua carriera politica è stata più quella di kamikaze o di curatore fallimentare, prima dell'Msi e poi di An, che di fondatore. Portò a schiantarsi i partiti che ha guidato. Sul piano politico, Fini rappresenta solo se stesso. Non esprime una linea, un programma, un disegno politico e tantomeno civile e culturale. Non rappresenta un modo diverso di amministrare né un'esperienza diversa di governo, non dà voce a un significativo bacino di opinione pubblica e non è nemmeno una novità politica. È infatti l'unico leader che guidava un partito nazionale già negli Anni ottanta. Non rappresenta poi la destra ma la sua dissoluzione. Con lui la destra ha cessato di essere un soggetto politico per ridursi a una gelatina. Fu lui del resto a suicidare An, dopo aver celebrato il suicidio dell'Msi. Di quel piccolo, sterile e orgoglioso partito, Fini condivise il nostalgismo neofascista usato per fini elettorali ma non la passione ideale né la fiera e testarda coerenza. Condivise il rancore ma non l'etica della lealtà. In questi anni non è stato nemmeno il contrappeso nazionale e statale del leghismo e del mercatismo. A Berlusconi rimprovera ora quel che lui è stato nel suo partito, un autocrate illiberale che reprime il dissenso e il libero dibattito interno. Chiese perfino la testa di questo giornale. E ora ti trovi un illiberale venuto dal passato come il vate di Futuro e Libertà… Due vaghezze che dicono il nulla e negano ogni identità e ogni tradizione.

Deve la sua fortuna politica alla sua indubbia efficacia oratoria e a tre persone che lo portarono in alto: Almirante che lo volle suo successore, immaginando che il leader della destra di opposizione dovesse avere come requisito quasi esclusivo l'oratoria perché destinato solo alla piazza; Tatarella che lo considerò un bel contenitore vuoto e trasparente che assumeva la sostanza e il colore di chi era alle sue spalle; e Berlusconi che lo inserì nel gioco politico delle alleanze e lo portò al governo. Dal primo attinse la capacità oratoria e il lessico neofascista, ma senza l'estro e il carisma di Almirante. Dal secondo ebbe in dono la destra politica e An, nata col concorso di pochi altri, ma senza avere l'intelligenza politica di Pinuccio. Da Berlusconi ha avuto la grande possibilità di uscire dall'angolo di un partito marginale e andare addirittura al governo e poi alla presidenza della Camera. Ipotesi impensabili se fosse stato lui il leader.

Prescindo dalla ricerca delle ragioni private o psicanalitiche che lo hanno portato negli anni a questa svolta. Fini porta con sé una pattuglia di reduci missini. Con una spericolata manovra politica ha lasciato un partito della consistenza di An per rifondare un partitino della consistenza del Msi negli anni più bui. Ma un Msi ad uso personale. Ci sono alcuni suoi famigli e miracolati, molti sono uniti dal collante antiberlusconiano e da un'ansia di legittimazione da parte del potere mediatico, culturale e giudiziario. Ma ci sono anche persone perbene o profili di qualità: Baldassarri non è Ronchi, Granata non è Bocchino, Viespoli non è Proietti, tanto per fare qualche paragone. Mai sparare nel mucchio e farsi prendere dal livore.

Fini non può essere il leader del terzo polo, perché c'è già Casini che è più credibile nel ruolo centrista per la provenienza democristiana ed è stato più coerente: quando ha rotto con Berlusconi è uscito con le sue gambe e non si è fatto cacciare, dopo aver ottenuto la nomina a presidente della Camera. Sarebbe grottesco che ora finisse come vice di Casini, a fianco di Rutelli. Fini si è giocato il suo ruolo di erede del Pdl e non ha la statura e la capacità per poterlo rifondare su nuovi valori e nuove sensibilità. Non si è mai fatto sentire per quindici anni, quando in molti avvertivamo il bisogno di una correzione di rotta, o anche solo di rappresentare nel Polo una diversa sensibilità politica, civile e culturale. Non lo abbiamo mai visto impegnarsi a combattere dentro e fuori il centrodestra per selezionare una migliore classe dirigente, per filtrare ministri e capataz, valorizzando i più capaci. Semmai ha solo posto veti per ragioni di scuderia o perché vendicativo (famigerato quello su Tremonti ma ce ne sono tanti altri). La pattuglia che ha piazzato nei posti di comando e al governo è tra le più scadenti che ci siano in giro. Nonostante lo critichi da diversi anni, non sono affatto contento oggi di descrivere la sua vacuità politica e di notare l'assenza di un disegno politico e culturale oltre il presente. Il vuoto che ci circonda è impressionante, intorno a Berlusconi e dopo di lui c'è il nulla, e si vorrebbe che qualcosa si intravedesse all'orizzonte. Ma non è Fini la speranza di un diverso avvenire. Non so se hanno fatto bene a metterlo fuori dal partito, ogni fallimento di un accordo politico è una sconfitta per tutti, seppure in diversa misura e grado di responsabilità. Certo, Fini e i finiani erano ormai fuori e remavano contro il governo e il loro stesso bacino elettorale di utenza, contro la loro storia prima che contro i loro alleati; non erano più leali non solo al leader ma anche all'opinione pubblica dei suoi elettori. A giudicare dall'assenza di prospettive, Fini sembra giunto al capolinea. Ma il pericolo oggi è proprio quello: la disperazione del kamikaze, che ha solo un potere in negativo. Nell'orizzonte ubriaco del nostro tempo, fra nugoli di propagandisti del nulla che ci circondano, tra forze politiche che collassano, non si può escludere che Fini possa trovare anche un suo spazio. Ma se ciò avverrà, vorrà dire che il contenitore vuoto e trasparente avrà trovato qualcuno pronto a riempirlo. Ma di leader così, metà kamikaze e metà pilotati, francamente non sappiamo che farcene.