mercoledì 7 aprile 2010

BRUNO (MIS CON RAUTI): VIA TUTTI I DOPPI INCARICHI. IL CENTRO DESTRA NON PREDICHI BENE E RAZZOLI MALE!


BRUNO (MIS CON RAUTI): VIA TUTTI IDOPPI INCARICHI. IL CENTRO DESTRA NON PREDICHI BENE E RAZZOLI MALE!
  Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario del Movimento Idea Sociale con Rauti e Responsabile del Dipartimento per le Politiche del Mezzogiorno del Partito Raffaele Bruno ha dichiarato:
   "Chiedo a tutti gli esponenti del centro destra di Napoli e della Campania di rinunciare a tutti i livelli (Comuni, Regione, Provincie, Municipalità, Parlamento e Governo) ai doppi e tripli incarichi, che rappresentano comportamenti da Prima Repubblica ed una vergognosa pratica di mala politica e cattivo esempio per i giovani.  Mi riferisco anche ad eventuali assessori che il neoeletto Presidente della Regione Campania Caldoro  dovesse nominare tra i Consiglieri regionali neo eletti del centro destra. Se si vuole voltare pagina occorre dare l'esempio. Il centro destra non può predicare bene e razzolare male!"
Napoli 7 aprile 2010                                                         L'Addetto Stampa del MIS con Rauti

martedì 6 aprile 2010

MESSAGGIO INVIATO DA UN MILITANTE COMUNISTA A RAFFAELE BRUNO CHE CI ONORA!

MESSAGGIO INVIATO DA UN MILITANTE COMUNISTA A RAFFAELE BRUNO SU FACEBOOK CHE CI ONORA!
Massimo Marzano 24 marzo alle ore 15.30 Segnala
Ciao Raffaele,pur essendo io un autentico militante di sinistra,un comunista con la C maiuscola,e perdippiù militante nelle liste dei disoccupati organizzati che lottano per il progetto Bros,sento lo stesso di apprezzarti per davvero per la viva campagna di sensibilizzazione che operi con passione in città,fra la gente,in merito ai tanti enormi problemi che da sempre affliggono la nostra città,come puoi capire io odio sia Berlusconi e sia quel tipo di destra affarista,camorrista e speculatrice,però apprezzo le persone di destra,anche estrema,come te,che veramente si battono per il sociale e sono veramente al fianco della povera gente,allo stesso modo di noi veri militanti di sinistra,ti saluto con grande rispetto e non smettere mai di lottare per i diritti dei deboli,degli sfruttati e degli emarginati della nostra povera città,ciao Raffaè!!!

MESSAGGIO INVIATO DA UN MILITANTE COMUNISTA A RAFFAELE BRUNO CHECI ONORA!


MESSAGGIO INVIATO DA UN MILITANTE COMUNISTA A RAFFAELE BRUNO SU FACEBOOK CHE CI ONORA!
Massimo Marzano 24 marzo alle ore 15.30 Segnala
Ciao Raffaele,pur essendo io un autentico militante di sinistra,un comunista con la C maiuscola,e perdippiù militante nelle liste dei disoccupati organizzati che lottano per il progetto Bros,sento lo stesso di apprezzarti per davvero per la viva campagna di sensibilizzazione che operi con passione in città,fra la gente,in merito ai tanti enormi problemi che da sempre affliggono la nostra città,come puoi capire io odio sia Berlusconi e sia quel tipo di destra affarista,camorrista e speculatrice,però apprezzo le persone di destra,anche estrema,come te,che veramente si battono per il sociale e sono veramente al fianco della povera gente,allo stesso modo di noi veri militanti di sinistra,ti saluto con grande rispetto e non smettere mai di lottare per i diritti dei deboli,degli sfruttati e degli emarginati della nostra povera città,ciao Raffaè!!!

sabato 3 aprile 2010

I: SIGNORAGGIO E CRISI ECONOMICA (di Raffaele Bruno)


 

SIGNORAGGIO E CRISI ECONOMICA
di Raffaele Bruno 
Il nostro Paese è sempre più povero a causa di un debito pubblico in continuo aumento che comporta un'elevata pressione fiscale. Il debito pubblico è un'invenzione costruita da politici e banchieri al fine di arricchire gli azionisti privati della Banca Centrale italiana e quella europea.
In passato, le banche che emettevano denaro lo garantivano con la copertura aurea, si impegnavano a convertire le banconote in oro e sostenevano un costo di emissione. Oggi, le monete non sono coperte da riserve di oro, non sono convertibili e il loro costo di emissione è praticamente zero, ma il guadagno di chi le emette e le vende, ossia il signoraggio, è del 100% del valore nominale. Quando lo Stato domanda soldi alla Banca Centrale paga il costo del valore nominale (e non il solo costo tipografico) con titoli del debito pubblico, ossia impegnandosi a riscuotere crescenti tasse dai cittadini e dalle imprese. Tutto ciò avviene attraverso la Banca Centrale Europea, un mostro giuridico creato dal Trattato di Maastricht, esente da ogni controllo,  come un vero e proprio Stato sovrano, posto al disopra delle parti. Dal bilancio della Banca Centrale Europea risulta che nel Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC) ci sono circa 50 miliardi di Euro che spettano allo Stato italiano e che il Governo dovrebbe recuperare.

Siamo dinnanzi un "Signore" che usa lo Stato, il fisco e la pubblica amministrazione, per realizzare un sistema costituzionale e di disinformazione allo scopo di nascondere i suoi traffici e fini, realizzando un'illusione di legalità. Un sistema di potere che si è eretto e mantenuto sul fatto di essere ignorato dalla gente, soprattutto dai lavoratori, dai risparmiatori e dai contribuenti. Il libro è di facile comprensione sia per chi si interessa di politica e finanza sia per il lettore non specialista. Gli autori propongono alla gente comune di rivolgersi alla Magistratura per porre fine a questo saccheggio monetario.
   La Banca Centrale emette denaro per un valore, supponiamo, di mille miliardi di Euro. Quel valore, quei mille miliardi, di chi sono? A chi appartiene la moneta, il valore del denaro, nel momento in cui viene emessa dalla Banca Centrale? Alla Banca Centrale stessa, che quindi ha diritto di farsela pagare dallo Stato? O allo Stato, al popolo, che quindi non dovrebbe pagare né il denaro né gli interessi alla Banca Centrale quando ha bisogno di denaro? Si tratta di una questione fondamentale, perché dalla risposta che essa riceve, dipende essenzialmente l'indebitamento dello Stato. Il fatto che l'esercizio del potere monetario attraverso la Banca Centrale è uno strumento di potere dei banchieri sullo Stato, trova conferma in come le istituzioni statali sono impegnate a equivocare e a mentire in tutte le sedi, anche parlamentari, per coprire il fatto che la Banca d'Italia cede a caro prezzo denaro che a essa niente costa e a cui non è essa a dare il valore, ossia il potere di acquisto. Il potere di acquisto, come abbiamo visto, glielo conferisce il mercato, la gente, attraverso la domanda di denaro. La Banca Centrale non ha "prodotto" il valore del denaro, eppure si comporta come se fosse proprietaria del medesimo denaro, in quanto lo cede allo Stato (e alle banche commerciali) in cambio di titoli di Stato e contro interessate. Questo fatto è paradossale. È come se il tipografo, incaricato dagli amministratori della società calcistica organizzatrice di una partita di stampare 30.000 biglietti di ingresso per le partite del campionato, col prezzo di € 20 stampato su ogni biglietto, chiedesse come compenso per il suo lavoro di stampa € 600.000, in base al fatto che i biglietti che ha prodotto "valgono" € 20 cadauno. È vero che essi "valgono" € 20 ciascuno, ma che essi abbiano un valore non dipende dal tipografo, bensì dall'associazione sportiva che ha formato la squadra, procurato il campo da gioco e organizzato la partita, sostenendo i relativi costi e producendo la domanda di quei biglietti, senza la quali questi niente varrebbero. Gli amministratori della società sportiva lo sanno bene, ma il tipografo in parte li ricatta e in parte li lusinga perché promette loro che, se gli pagheranno l'ingiusto compenso richiesto, egli darà loro un lauto regalo e i fondi per farsi rieleggere alle prossime elezioni del consiglio di amministrazione. Altrimenti, finanzierà altri candidati e una campagna di stampa contro i consiglieri onesti. Il potere bancario si comporta come quel tipografo, e i governanti si comportano come i consiglieri ricattati e lusingati dell'associazione sportiva, riconoscendo alla Banca Centrale la proprietà o titolarità del valore del denaro che emette, stampato o scritturale che sia, e in cambio di esso indebitano ingiustamente e illogicamente proprio il popolo, che è il soggetto che, col suo lavoro e con la sua domanda, ossia col mercato, conferisce valore al denaro. Per questa ragione, oltre che in base al principio costituzionale della sovranità popolare, al momento in cui viene emesso, il denaro, il suo valore, dovrebbe logicamente essere ed essere trattato come proprietà del popolo e, per esso, dello Stato. Assolutamente lo Stato non dovrebbe indebitare se stesso e il popolo verso una Banca Centrale, pubblica o privata che sia, per ottenere denaro. Al contrario, ciò è proprio quanto succede incessantemente. Ma vi è di peggio: la Banca Centrale, cioè i suoi azionisti, oltre ad appropriarsi, a danno dello Stato, del valore del denaro che essa emette, nei suoi propri conti segna questo valore non all'attivo ma al passivo, simulando un debito ed evitando, così, di pagare le tasse su quello che è un puro incremento di capitale e che, come tale, dovrebbe essere interamente tassato. L'ovvio ragionamento che abbiamo testé svolto è stato già sottoposto al Parlamento, attraverso interrogazioni parlamentari, nel 1994 e nel 1995. Entrambe le risposte elusero il problema, affermando che la Banca Centrale (allora, cioè, la Banca d'Italia) non sarebbe proprietaria dei valori monetari, ossia del valore del denaro emesso, perché il denaro emesso costituirebbe sempre un passivo, un debito; e che, perciò, giustamente la Banca d'Italia lo iscriveva come posta passiva nel proprio bilancio. Come i membri competenti dei due governi interessati non potevano ignorare, queste risposte sono del tutto contrarie alla verità. Innanzitutto, la risposta fornita è contraddetta dal comportamento dei governi medesimi – di tutti i governi. Infatti, se i governi fossero coerenti con l'affermazione che il denaro, il valore monetario, non appartiene alla Banca emittente, perché lo Stato continua a dare qualcosa (i titoli del debito pubblico) in cambio di Lire o Euro? E se il denaro emesso costituisse una passività, un debito, perché mai lo Stato dovrebbe comperarlo pagandolo con titoli del debito pubblico, che costituiscono un credito per chi li riceve? Si è mai visto che qualcuno paghi un altro per farsi cedere un debito? Ma le risposte del governo sono anche false giuridicamente, perché il denaro non è affatto un debito per la Banca che lo emette. Se fosse un debito, dovrebbe poter essere incassato dal portatore presso la Banca medesima, mediante conversione in oro, e il portatore della banconota aveva il diritto di farsela cambiare in oro dalla Banca Centrale che l'aveva emessa, come avveniva una volta, fino al 1929 circa, quando il denaro era convertibile in oro. Anche in tempi successivi al 1929, molte banconote portavano la scritta "Pagabile a vista al portatore". Ma pagabile in che cosa, dato che esse non erano convertibili in oro? In realtà, quei biglietti non erano pagabili in alcun modo e quella scritta era una menzogna per ingannare il pubblico e fargli credere che i biglietti di banca fossero convertibili in qualcosa avente valore proprio o che la banca si fosse indebitata per emetterli, il che è falso (mentre era vero in un ormai lontano passato). Del resto, è naturale che nessun governo potrebbe permettersi di dare risposte veridiche a simili questioni, perché ammetterebbe che la sua vera funzione è defraudare i cittadini e gli elettori per arricchire un'élite finanziaria che detiene il vero potere. Ma quanto sopra costituisce solo la punta dell'iceberg. Perché il grosso, circa l'85%, del denaro esistente e circolante al mondo, non è denaro vero, emesso da Banche Centrali, ma denaro creditizio, ossia aperture di credito e disponibilità di spesa create dal nulla dalle banche commerciali, le quali, attraverso questa creazione continua di nuovo denaro creditizio, si impossessano di quote crescenti del potere d'acquisto complessivo della popolazione mondiale. Ecco perché il Movimento Idea Sociale, unitamente all'Associazione Vento del Sud  è impegnata a promuovere centomila cause contro le banche per ottenere risarcimenti per i clienti che hanno subito l'usura, l'anatocismo e l'arroganza di chi massacra i contribuenti.  La battaglia è dura ma non ci spaventa. Abbiamo già fatto manifestazioni sotto la Banca d'Italia a Napoli e un convegno all'hotel Jolly. E andremo avanti ancora, perché questa è la battaglia delle battaglie, per difendere il popolo dall'arroganza del potere economico e finanziario, veri padroni del mondo.

LA BATTAGLIA CONTINUA. PRESTO SAREMO IN PIAZZA!


lunedì 22 marzo 2010

STEVEME SCARZE A....

STEVEME SCARZE A…

di Umberto Franzese


Ce ne sono di nostri, e come! Ad essi vanno ad aggiungersi,
con termine improprio, i "migranti". Più giusto
sarebbe dire "immigrati" o meglio clandestini. O forse
migranti perché vanno e vengono? Li rispedisci indietro e
in breve tempo te li ritrovi in casa. E' questo che si
vuole intendere? Sottigliezze linguistiche che dicono e non
dicono. Come se cambiando il nome cambiasse la sostanza.
E' stato così per spazzino che è diventato operatore
ecologico; cieco per non vedente; sordo per non udente;
diversamente abile, soprappeso, sottopeso. Ma non fateci
ridere, cretini! No, cretini no va, meglio cerebralmente
svantaggiati. Ma non è questo l'argomento in oggetto,
piuttosto vogliamo trattare dei "migranti" ovvero dei
clandestini che vengono ad ingrossare le fila dei nostri
loschi figuri o sfaccendati, perdigiorno. L'imperativo,
secondo taluni è: dare asilo ai poveri cristi.
Nell'immediato dopoguerra nel Bosco di Capodimonte furono
sistemati in baraccamenti assai improvvisati i profughi
della Venezia Giulia, dell'Istria, della Dalmazia. A
seguito della ottenuta indipendenza delle ex colonie
italiane, nelle catapecchie della Canzanella furono
alloggiate decine e decine di famiglie di nostri
connazionali. Nella ex Caserma Bianchini per decine di anni
furono ospitati coloro che avevano perso la casa sotto i
bombardamenti. Oggi sparsi qua e là, nelle zone
periferiche della città, abbiamo gli "scantinatisti".
E quanti sono i napoletani sui quali pende uno sfratto? Non
siamo in grado di offrire un alloggio agli scantinatisti,
agli sfrattati, e dovremo poterlo offrire ai clandestini? Ai
clandestini non siamo in grado di offrire un bel niente,
perché quel "niente" è riservato ai diseredati di
Napoli. Faciteve 'e cunte. 'O surdo fa bbene 'o
cecato.
C'è da chiedersi: ma lorsignori perché non producono e
si danno da fare rimanendo in casa loro, dato che hanno di
come far fruttare i loro immensi territori? Vulessero 'o
cocco munnato e bbuono? E se invece di aiutarli in casa
nostra, perché non diamo loro una mano per costruire in
casa loro? E tagliamo di netto, se non sortiscono alcun
effetto, gli aiuti italiani al Terzo Mondo, che solo
surrettiziamente servono alle imprese nostrane che
intervengono nei paesi "assistiti?
Non ci servono clandestini che delinquono, non ci servono
lavavetri, orchestrali di strada, questuanti, accattoni,
ambulanti, pizzaioli, commercianti sfusi e a pacchetti,
faccendieri, trafficanti, maneggioni. Non produco ricchezza
ma la sottraggono a noi e ai nostri figli e nipoti.
Cosa c'entrano zingari, clandestini, extracomunitari
afroamericani con la nostra civiltà, la nostra cultura, la
nostra storia, le nostre tradizioni?. Essi contribuiscono a
toglierci ciò che ci appartiene e che è solamente nostro
perché ci è costato lacrime e sangue. Essi ci
costringono a vivere in un contesto degradato e fatiscente.
Essi non hanno niente da insegnarci, niente da offrirci che
non è il peggio del peggio. Essi mostrano comportamenti
scorretti, indecorosi, che non tolleriamo neppure se
praticati dai nostri connazionali. Essi esercitano
attività riprovevoli seguendo strade già battute dai
delinquenti nostrani. Essi disprezzano le nostre cattedrali,
le nostre chiese, i nostri musei, i nostri monumenti, le
nostre leggi, le nostre tradizioni, le nostre feste.
La storiella che anche noi siamo stati emigranti ce la
raccontano in tutte le salse. Ben nove milioni di italiani
emigrarono verso le Americhe e l'Australia tra la fine
dell'Ottocento e i primi del Novecento, specialmente
napoletani, calabresi, siciliani. Specialmente meridionali
dopo l'Unità, dopo che il Sud subì l'invasione dei
garibaldini e dei piemontesi. Erano terre sconfinate le
Americhe e l'Australia, ricchissime e spopolate. C'era
da innalzare fabbriche, costruire case, far fruttare immense
distese di terreni incolti. C'era asilo e lavoro per tutti
e, gli italiani che lì piantarono le tende, furono
impiegati nei lavori più umili. Il loro impegno in quelle
terre fu un risorsa per i nativi. Quelli che vengono qui con
la speranza di trovare un domani migliore, non vivono ma
sopravvivono, sono degli abusivi, dei "fuorilegge", dei
diseredati che si aggiungono ad altri diseredati, degli
illegali che vivono nell'illegalità.
Bisogna essere tolleranti, indulgenti, ci dicono i "falsi
buonisti". Anche noi del sud, specialmente noi del sud,
dobbiamo accoglierli a braccia aperte perché essi, come
noi, vanno in cerca di terre sterminate da coltivare, di
lavoro che ce n'è a iosa, di case che ne avanzano, di
fabbriche da costruire dalle fondamenta.. Aiutati che Dio ti
aiuta. Essi non sono in grado di aiutarsi nei loro paesi e
il Dio loro vengono a cercarlo qui da noi e neppure lo
vedono. Nessun lavoro è vergogna, stare senza far nulla
è vergognoso. Essi si sono vergognati di lavorare nel loro
sud ed ora nel nostro sud non si vergognano di star senza
far nulla.
Apriamo le porte, lasciamoli entrare nelle case dei finti
buonisti che a parole sono pronti ad auto assolversi, ma la
loro solidarietà si smorzerebbe di colpo se fossero
toccati nei loro vividi interessi.
Sono pronti i buonisti a offrire la monetina all'accattone
clandestino, ma non più di tanto, perché essi non hanno
provato ciò che a loro non è mai mancato. Essi, i
buonisti godono del sovrappiù, a quelli manca il
necessario. Solo chi ha assaggiato la miseria nera può
sapere cosa significa vivere nell'indigenza. I finti buoni
disprezzano chi soffre. Quelli che soffrono, i buoni li
vedrebbero volentieri accattoni e nullatenenti come loro.
Chi ci tende la mano non può che odiarci e farà di tutto
per mettersi un giorno al posto nostro.
Il lavoro di ciascuno di noi deve recare beneficio
all'intera comunità. Chi non lavora non è utile agli
altri e nemmeno a se stesso.
Annotava Flaiano: " Detesto il paternalismo, non amo il
calcio e non so cantare". E descrivendo certi connazionali
del suo tempo:"Da parecchi anni l'Italia è sta invasa
da un barbaro autoctono. Questo barbaro assedia le città
dall'interno della mura. Chiamatelo provinciale, neoricco,
cafone, tamarro, buzzicone, per me resta un barbaro".
Questo monito va bene per i nostri, e a quegli che ci
invadono, cos' altro vogliamo dire? Ma c'è di peggio.
Altra notazione esecrabile è quella di chi considera i
meridionali, specialmente i napoletani, peggio degli
africani. Gli uni degni degli altri. Se non ci mettiamo una
pezza, quale sarà l'avvenire dei nostri figli? C'è
d'aspettarsi di peggio?

sabato 13 marzo 2010

L'EUROPA CHE SOGNIAMO (articolo culturale di Raffaele Bruno)

L'EUROPA CHE SOGNIAMO
di Raffaele Bruno
Siamo convinti che all'Europa serva un salto di qualità
per essere all'altezza dei tempi, delle nuove sfide che si
impongono e alle quali non possiamo sfuggire; né
rispondere continuando così, con il "profilo basso" che
sinora si è adottato.

Mi riferisco alla "sua" concezione del modello di sviluppo.
Un "colosso" economico e commerciale, che è un nano
politico e un verme militare e che si fa imporre
dall'America tutte le scelte strategiche di fondo, anche
quelle che si disegnano per i prossimi decenni per il futuro
di aree per noi essenziali, come sta avvenendo nei Balcani.
E se la fa imporre dalla Nato, ormai diventata il "braccio
armato" degli Stati Uniti, giudice e boia al tempo stesso,
che bombarda come e dove vuole, senza neanche prendersi il
fastidio di dichiarare guerre.

L'Europa conta circa quattrocento milioni di persone. Con il
"processo di allargamento" in atto, diventerà un aggregato
formidabile di oltre cinquecento milioni di persone; è
assurdo, è vergognoso che non esca dalla sua condizione
attuale di vassallaggio, di "minorità", di vera e propria
sovranità limitata. E che forte delle sue tradizioni
civili e culturali, non esprima anche una concezione
dell'uomo, del mondo, della società, di uno specifico
"modello di sviluppo" in alternativa a quello dominante ed
egemone, il modello liberal - capitalistico.

Quando si parla di concezione della vita e del mondo e di
modello di sviluppo, bisogna poi guardare alle conseguenze
che ne derivano, ai risultati concreti che si ottengono.

E le conseguenze e i risultati ci dicono che in questo tipo
di mondo: chi è ricco diventa sempre più ricco e chi è
povero diventa sempre più indigente, emarginato e
disperato.Che il capitale corre là dove rende di più in
base alla legge del "massimo profitto" e, dunque, che 250
milioni di bambini e di adolescenti (statistiche ufficiali,
dell'Unicef) e 400 milioni di donne (statistiche ufficiali
dell'OIL, di Ginevra) lavorano in media per un dollaro al
giorno in condizioni di sfruttamento schiavistico. Da tre
anni l'euro di Prodi ci ha resi tutti più poveri, mentre
si sono arricchiti capitalisti e banchieri.

Noi nazionalpopolari vogliamo portare in Europa - che è lo
strumento; che è il "livello" indispensabile per incidere
in un mondo che già conta quasi sei miliardi di abitanti e
cresce al ritmo di 90 milioni di persone l'anno - vogliamo
portare, dicevamo, la contestazione nostra al liberal -
capitalismo. E, contro la egemonia di questo "orrore
economico", portare avanti la denuncia del "costo
esistenziale" che esso imponea tutta l'umanità.Un costo
sempre più alto e sempre più "calato" nel vissuto
quotidiano di un numero crescente di persone e
condizionante, ormai, l'intero mondo contemporaneo.

O si interviene subito correggendo la rotta o l'Europa con
la sua anima ed il suo spirito, la sua forza e la sua
specificità, sarà risucchiata inevitabilmente,
inesorabilmente, dalla sub-cultura e dai disvalori perversi
della società mercantile che avanza ad ogni livello.

Siamo arrivati al punto che all'Europa si vogliono imporre
perfino gli alimenti da usare! Non solo ci fanno fare le
guerre decisive altrove - e si sa bene da chi - ma tentano
di imporci anche quello che dobbiamo portare in tavola: le
banane delle Multinazionali americane; le carni degli
animali allevati con gli ormoni; i prodotti agricoli
"geneticamente modificati".

E così un'altra delle nostre "Tradizioni" rischia di
essere spazzata via; quella legata ai cibi naturali (per
come li conosciamo da secoli) che, a loro volta, sono il
frutto - anche culturale - di un rapporto "nostro" (vanto ed
orgoglio soprattutto dell'Europa) con il territorio e con le
sue "radici"; con l'agricoltura intesa non soltanto come
produttrice di alimenti ma "prima linea" del mondo rurale
nel suo complesso e nella sua ricchissima, plurimillenaria
complessità.

A tale proposito diventano profetici i versi "Contro
l'Usura" di Ezra Pound: "Il tuo pane sarà straccio vieto,
arido come carta, senza segale né farina di grano
duro...".

C'è una tendenza sconcertante che sta diventando "pensiero
unico" e pensiero "politicamente corretto" - e cioè,
nonostante le smentite crescenti della realtà: che, alla
fine, tutto sarà aggiustato dalla "Mano invisibile" del
libero Mercato, mentre, alla fine, per dirla con Keynes,
sembra più facile prevedere che invece saremo tutti
assediati dalla miseria e dalla disperazione sociale.

Perchè le smentite ci sono; e non soltanto nella realtà
che abbiamo già indicato, sia pure per sommi capi, ma in
alcune statistiche terribili, autentico atto d'accusa su
come vanno le cose: ormai da molti anni, il 20% della parte
più ricca della popolazione mondiale si divide l'83/'84
per cento del reddito di tutta la Terra mentre il 20 per
cento della parte più povera, ne riceve solo l'1,4 –
l''1,5 per cento. Le briciole! Subito dopo i più ricchi,
nella seconda fascia del quinto dei popoli del mondo,
abbiamo l'11,7 per cento del prodotto mondiale mentre la
terza fascia - sempre del 20% della popolazione - dovrebbe
"vivere" con il 2,3 per cento. Questo è dunque un modo
ingiusto; terribilmente ingiusto.

E chiunque sceglie l'area del liberismo, del capitalismo e
del "libero Mercato", accetta e "sottoscrive" innanzitutto
questa realtà e quelle cifre; e accetta il "nuovo
schiavismo" che ne deriva; e le delocalizzazioni industriali
che ne vengono autorizzate ed anzi scatenate; e la
disoccupazione che inevitabilmente ne è la conseguenza; e
il "lavoro minorile" che ci invade di prodotti che sono non
solo a basso costo, come dicono gli economisti, ma sono -
come diciamo noi - a costo altissimo di sfruttamento, di
lacrime, di sofferenze inaudite.

L'Europa deve quindi mettere - rimettere in discussione,
sulla base dell'analisi critica più vigorosa sulla scorta
di "quelle" cifre e di questa situazione drammatica, tutta
l'intelaiatura attuale non solo degli "aiuti alla
cooperazione dello sviluppo" (che hanno quasi sempre
obbedito alla legge sconcertante secondo la quale si tratta
"di soldi dati dai poveri dei Paesi ricchi ai ricchi dei
Paesi poveri) - ma dell'intero sistema finanziario e
bancario che è così miseramente fallito alla prova dei
fatti. Rimettere dunque in discussione la struttura
dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC); del Fondo
Monetario Internazionale (FMI), diventato "gendarme" del
nuovo ordine capitalistico mondiale, e della Banca Mondiale
(BMI). Attraverso una più accentuata ed organica presenza
dell'Europa, delle sue strutture economiche e commerciali
dei suoi "flussi" finanziari. Dal Medio Oriente, dove
continua la vergogna della "proibizione" ai Palestinesi di
avere una loro terra e un loro Stato - ai Balcani,
insanguinati dalla spietata "guerra della Nato" - a tutta
l'area sterminata del Terzo e Quarto Mondo, dove comandano
solo le strutture mondialiste asservite agli interessi dei
"poteri forti" delle Multinazionali. L'Europa non c'è;
l'Europa è assente. Mentre dovrebbe esserci con forza e
con il prestigio che le danno la sua Storia e la sua
Cultura, quale una vera e propria super Patria per tutti e
di tutti, quell'Europa che da sempre sogniamo: un'
Europa – Nazione!

Raffaele Bruno

mercoledì 3 marzo 2010

LA CRISI ECONOMICA IN ATTO E' COLPA DEL LIBERAL CAPITALISMO E DELLA GLOBALIZZAZIONE SELVAGGI!

COMUNICATO STAMPA
LA CRISI ECONOMICA IN ATTO E' COLPA DEL LIBERAL CAPITALISMO
E DELLA GLOBALIZZAZIONE SELVAGGI!
Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario del
Movimento Idea Sociale con Rauti Raffaele Bruno ha
dichiarato:
"L'attuale tipo di globalizzazione prodotta
dall'odierno capitalismo senza regole ha prodotto i suoi
danni e questi sono seri e di una tale gravità da
compromettere l'economia reale in tutto il mondo (milioni
di disoccupati, cassintegrati, famiglie in ginocchio,
aumento spaventoso della povertà, disperazione sociale).
La globalizzazione viene erroneamente fatta passare come una
tendenza irreversibile della nostra vita commerciale e
finanziaria. Il suo limite è rappresentato dal tipo di
capitalismo che si è voluto imporre alla politica
economica di molti Paesi. Un capitalismo senza regole ed
incontrollato, che tende ad annullare tutto il progetto
già condiviso e la tendenza sociale degli imprenditori
intelligenti e delle masse di lavoratori di ogni livello.
Incoraggiare l'espansione mondiale di un mercato
giustamente regolato è utile e vantaggioso per tutti, ma
altra cosa è inneggiare ad un mercato estremamente libero,
privo di ogni regola e limite, che espone chiunque ad enormi
rischi sociali ed al fallimeto di ogni progetto positivo di
sviluppo dell'economia reale. Molti nel descrivere pregi e
difetti della globalizzazione, né hanno magnificato gli
effetti di accellerazione dello sviluppo delle economie dei
paesi del Terzo mondo, in una sorta di riequilibrio
produttivo fra paesi forti e paesi deboli. Ove si guardasse
all'Africa dovremo invece riflettere sul fatto che la
crisi ha impoverito quelle economie e scatenato in larga
parte del continente nero la classica via d'uscita alle
crisi economiche: la ripresa della guerra e il dilagare
ancora di più della povertà".

domenica 28 febbraio 2010

BRUNO (MIS CON RAUTI) AL GOVERNO: PROMUOVERE SUBITO UN'INDAGINE PARLAMENTARE SUL SISTEMA CREDITIZIO MERIDIONALE!

COMUNICATO STAMPA

Il MIS con Rauti chiede al Governo di promuovere
un'indagine parlamentare sul sistema creditizio
meridionale e sul superpotere incontrollato delle banche!
Il Vice Segretario Nazionale Vicario del Movimento Idea
Sociale con Rauti e Responsabile del Dipartimento per la
politica meridionale del Partito Raffaele Bruno ha chiesto
al Governo di Centrodestra di Berlusconi di promuovere
un'indagine parlamentare sul sistema creditizio bancario e
sul superpotere incontrollato delle banche che praticano il
signoreggio primario e secondario, l'anatocismo e violano
la legge antiusura.

Sull'argomento l'esponente missino ha dichiarato:
"Dopo la pagliacciata del ritorno sui propri passi del
Banco di Napoli che torna a nominare col vecchio nome alcuni
sportelli nel Sud per imbrogliare ancora di più i
cittadini meridionali, mentre i vertici dell'Istituto
Banco di Napoli sono sempre del Nord e continuano a
dissanguarci, è giunta l'ora che si promuova
un'indagine parlamentare sul Sistema creditizio del nostro
Paese e sul potere incontrollato delle Banche. Oggi la
totalità dei vertici delle banche risiede al Nord, mentre
il Sud continua a rappresentare, con la sua vasta clientela,
un'area di mercato da saccheggiare, rastrellando i
risparmi, per poi investirli al Nord. Le stesse Banche del
Sud, gestite interamente dal Nord, praticano tassi già di
per sé usurai e addirittura di tre o quattro punti
superiore a quanto (a parità di condizioni) si pratica
nelle regioni del centro nord. Tutto ciò la Banca
d'Italia che doveva vigilare l'ha tollerato. Gli
scandali legati al mondo finanziario e bancario (vedi
Sindona, Calvi, Cirio, Parmalat, Bpi e Antonveneta, Bnl)
dimostrano che si deve voltare pagina. E' ora che si
riformi completamente il sistema creditizio ed il potere
incontrollato delle banche nel nostro Paese, a cominciare
dalla Banca d'Italia che non può continuare ad essere
una lobby di superburocrati privilegiati e superpagati. Per
questi motivi occorre che si proceda all'insediamento di
una Commissione d'indagine parlamentare che possa mettere
fine a queste ingiustizie sociali nei confronti del
Mezzogiorno e smascheri corrotti e corruttori che si
annidano nel mondo bancario".

Napoli, 1 marzo 2010 L'Addetto Stampa del MIS
con Rauti

sabato 27 febbraio 2010

BRUNO E LAMBERTI (MIS CON RAUTI): SIAMO STATI PENALIZZATI DA UNA LEGGE ELETTORALE LIBERTICIDA E AD ALTA ESCLUSIONE PARTECIPATIVA!

COMUNICATO STAMPA
BRUNO E LAMBERTI (MIS CON RAUTI): SIAMO STATI PENALIZZATI DA
UNA LEGGE ELETTORALE LIBERTICIDA E AD ALTA ESCLUSIONE
PARTECIPATIVA!
Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario del
MIS con Rauti Raffaele Bruno e il Segretario Provinciale
della Federazione di Napoli Vittorio Lamberti (designato dal
Partito a candidato alla Presidenza della Regione Campania)
hanno congiuntamente dichiarato:
"La nostra esclusione dalla competizione elettorale alle
regionali in Campania é stata determinata dalla legge
elettorale regionale vigente, approvata recentemente dal
Consiglio regionale, liberticida, ad alta esclusione
partecipativa e antidemocratica. Non essendo riusciti a
raggiungere la quota prevista di firme in tutte le cinque
province abbiamo rinunciato alla partecipazione, stante
anche uno sbarramento troppo alto per i partiti che non si
riconoscono nel centro destra e nel centro sinistra e ai
quali gli viene vietato di esprimersi. Nella campagna
elettorale saremo comunque attivi nell'adoperarci per
sbarrare il passo a una sinistra che in quindici anni di
malgoverno
ha messo in gionocchio la nostra regione"!
Napoli, 27 febrraio 2010 L'Addetto Stampa del MIS con
Rauti

martedì 23 febbraio 2010

VITTORIO LAMBERTI E' IL CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CAMPANIA PER IL MIS CON RAUTI !

COMUNICATO STAMPA

La Segreteria Regionale della Campania del MIS con Rauti
ha deciso di candidare l'avvocato Vittorio Lamberti alla
Presidenza della Regione Campania per il Movimento Idea
Sociale con Rauti ed altre Associazioni e Comitati di lotta
che sostengono la candidatura e il MIS.

Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario del
Mis con Rauti Raffaele Bruno ha dichiarato.

"Stiamo facendo uno sforzo enorme per raccogliere le
firme e sconfiggere il tentativo di chi, approvando una
legge elettorale infame, ha tentato di violare il diritto
democratico alla espressione di voto di tutti i cittadini.
Ora che abbiamo deciso anche il candidato alla presidenza,
nella persona di un affermato professionista napoletano Che
é già Segretario Provinciale della Federazione di Napoli
del Partito, confidiamo nel confermare nostre liste e
candidati per dare l'opportunità a chi non condivide la
politica del centro destra e del centro sinistra che
rappresentano il rovescio della stessa medaglia di esprimere
liberamente il suo voto!"

Napoli, 23 febbraio 2010 L'Addetto
Stampa del MIS con Rauti

www.misconrauticampania.it

lunedì 22 febbraio 2010

AUGUSTO CROCCO: IL PRIMO E PIU' ATTENTO STUDIOSO DEL PRINCIPE DI SAN SEVERO (di Umberto franzese)

AUGUSTO CROCCO: il primo e il più attento studioso del
Principe di Sansevero

di Umberto Franzese

Fu Augusto Crocco, nel dicembre del 1976, ad introdurmi
in "casa" del Principe, grazie a Maria Conte Fiori,
esperta di scienze esoteriche, che nell'ottobre dello
stesso anno, al Circolo della Stampa di Napoli organizzò
una tavola rotonda sul tema "Gli Extraterrestri".
All'incontro-dibattito parteciparono, tra gli altri:
l'astrofisico Vincenzo Croce, il vicedirettore del
Giornale dei Misteri Sergio Conti, l'antropologo Alberto
Lori, Ottavio Ferulano, Mario Rasy. Augusto Crocco, in quel
lontano dicembre del '76, fu ospite del mio programma
radiofonico "L'Anfitrrione, un personaggio alla volta"
e fu in quel primo e avvincente "tete à tete"che mi
disvelò la vita, il pensiero e le sbalorditive invenzioni
di Raimondo di Sangro.
Crocco è stato il primo e più attento studioso di
Sansevero. Tutti coloro che hanno lasciato traccia nelle
loro ricerche e nei loro scritti, si son dovuti rifare a
quanto attestato, accertato dall'autore della "Breve
nota di quel che si vede in casa del Principe di Sansevero
Don Raimondo de Sangro nella città di Napoli". Ne sono
prova: "Per una storia della Farmacia e dei Farmacisti in
Italia: Napoli e Campania di C. Masino, P. Villani, P.
Frascani, A. Russo, collana Schiapparelli. Bologna 1969;
"Il Principe di Sansevero" di Alessandro Coletti – De
Agostini – Novara 1988; "Il Principe di Sansevero:
Visita e riabilitazione" di Clara Miccinelli - Società
Editrice Napoletana, 1986.
Conservo gelosamente le registrazioni di due interviste, una
sul Principe, una sulla scultura napoletana del Novecento a
Napoli rilasciate dal mio amico studioso e critico d'arte
Augusto Crocco. Ma anche una sua intervista a Fiammetta
Rutoli Masucci, amministratrice del Museo Cappella Sansevero
pubblicata su Simbol, periodico di fatti, figure e amene
rarità nell'aprile del 1991.
Per ricordare lo studioso e lo storico desangriano,
scomparso nel 2005, a cura delle Edizioni Napolitane del
Sebeto, è uscito nel giugno 2006, "Gentile Ingegno", a
cura di Orazio Dente Gattola, Vittorio Gaeta e Sergio
Zazzera. All'interno della pubblicazione testimonianze di
L. Argiulo, F. Lista, E. Filoso, N. Masucci, E. Pellegrino.
F. Rutoli. Vivo è anche il ricordo di Augusto Crocco
tratteggiato dal regista Mauro Caiano nel suo suggestivo
documentario del Museo Cappella.
Crocco, autore ancora di "Raimondo di Sangro: Storia e
leggenda"; "Un Signore originale del diciottesimo
secolo: Raimondo de Sangro; affinché "gli studiosi
possano avere un quadro completo
Degli interessi culturali di don Raimondo e delle fonti alle
quali egli attingeva", lascia un documento inedito
dell'inventario della biblioteca del Principe. Di questo
database ne dà notizia Rosanna Cioffi nel suo
"Protagonisti nella storia di Napoli: Raimondo di Sangro,
Napoli 1996.
Nel bicentenario della nascita del Sansevero c'è una
gran da fare, un discutere, una mescolanza di eventi,
persino una visita guidata teatralizzata, "Il testamento
di pietra," a cui danno vita Maurizio Capuano, Yuri
Napoli, Serena Pisa. Ma la testimonianza, il tracciato, lo
sprone più cospicuo, più eloquente, il viatico è
quello del maggiore studioso di Raimondo di Sangro: Augusto
Crocco, il quale già nel 1991, anticipando i tempi,
verosimilmente notava: "In questi ultimi anni, si è
assistito ad un vero e proprio revival desangriano: radio
televisione, libri, giornali hanno riproposto la figura del
Principe di Sansevero Raimondo de Sangro". Ed è ciò
che puntualmente è avvenuto. Mi spiace che ad accogliere i
visitatori illustri del Museo Cappella, non ci sia il
maggiore e il più insigne degli accompagnatori: il caro,
ineffabile, l'impareggiabile Augusto Crocco, studioso
appassionato, critico focoso, oratore facondo.


Umberto Franzese

IL MIS CON RAUTI INTENSIFICA LA RACCOLTA DI FIRME PER LE REGIONALI IN CAMPANIA. DOMANI IL NOME DEL CANDIDATO PRESIDENTE!

COMUNICATO STAMPA
ULTIMI GIORNI DI RACCOLTA DI FIRME DEL MIS CON RAUTI PER LE
REGIONALI IN CAMPANIA!
Grande impegno di militanti e dirigenti del MIS con Rauti
impegnati nella raccolta di firme per presentare le proprie
Liste elettorali a Napoli, Caserta, Avellini, Benevento e
Salerno.
Sull'Argomento Raffaele Bruno ha dichiarato:
"Domani renderemo noto, a seguito di una rinione del
Partito, il nome del quarto Candidato alla presidenza della
Regione Campania, dopo quelli di Caldoro, De Luca e Ferrero.
Scenderemo in campo con nostre liste appoggiate da
Associazioni e Comitati di lotta, in rappresentanza della
società civile e delle battaglie sociali e popolari che
abbiamo condotto in tutti questi anni".
Napoli, 22 febbraio 2010 L'Addetto Stampa del
MIS con Rauti

sabato 20 febbraio 2010

BRUNO: I FONDI EUROPEI HANNO ARRICCHITO TUTTI TRANNE IL SUD!

I FONDI EUROPEI HANNO ARRICCHITO TUTTI TRANNE IL SUD di
Raffaele Bruno Vice Segretario Nazionale Vicario e
Responsabile del Dipartimento Nazionale per le politiche del
Mezzogiorno del M.I.S.

Intervenendo a Napoli ad un dibattito della Regione sul
tema: "L'importanza strategica del Mezzogiorno nel
Mediterraneo", il Vice Segretario Nazionale Vicario e
Responsabile del Dipartimento delle Politiche per il
Mezzogiorno Movimento Idea Sociale CON rAUTI Raffaele Bruno
ha detto:

"La gestione delle risorse e dei fondi europei destinati
al Mezzogiorno nella Regione Campania e in tutte le Regioni
del Sud d'Italia è da ritenersi penosa. Una buona parte
dei fondi sono andati persi per inettitudine degli Enti
responsabili, dovuto soprattutto alla mancata presentazione
nei termini di progetti o alle troppe liti politiche
interminabili. Ma quei fondi che si sono incassati non hanno
certo contribuito risollevare l'economia del Meridione. Il
problema è soprattutto quello di restituire al Sud la sua
dimensione di "progetto politico", ovvero considerarlo
come una realtà omogenea e non parcellizzata. I
meridionali dovrebbero maledire fortemente quelle strategie
messe in atto nel Mezzogiorno che da oltre cinquanta anni
hanno arricchito tutti tranne che i meridionali stessi. La
qualità della spesa per il Mezzogiorno, soprattutto sui
fondi strutturali, è anch'essa risultata pessima ed
anche in questo senso siamo stati educati a pensare che il
problema meridionale fosse unicamente locale. Per
risollevare il Mezzogiorno occorre invece riproporlo
all'ordine del giorno come urgente problema nazionale".
nAPOLI 20 FEBBRIO 2010 L'Addetto Stampa del
MIS con Rauti

venerdì 19 febbraio 2010

BRUNO E LAMBERTI (MIS CON RAUTI): LA RIATTIVAZIONE DI UNA SECONDA MEGA DISCARICA NEL PARCO DEL VESUVIO E' UNA VERGOGNA!

COMUNICATO STAMPA
BRUNO E LAMBERTI (MIS CON RAUTI): LA RIATTIVAZIONE DI UNA
SECONDA MEGA DISCARICA NEL PARCO DEL VESUVIO E' UNA
VERGOGNA!
Intervenendo ad un incontro con gli abitanti di Terzigno
(Na), nell'impegno dell'organizzazione per la presentazione
delle liste elettorali alle prossime elezioni regionali in
Campania, Comune nel quale ricadono, all'interno del Parco
del Vesuvio, le due mega discariche di rifiuti riattivate
dal Governo il Vice Segretario Nazionale Vicario del
Movimento Idea Sociale con Rauti Raffaele Bruno e il
Segretario Provinciale della Federazione di Napoli Vittorio
Lamberti hanno dichiarato:
"La scelta del Governo di autorizzare l'apertura di una
seconda mega discarica in località Cava Vitiello a
Terzigno (comune che ricade nell'ambito del Parco nazionale
del Vesuvio) è una vergogna ed un atto inqualificabile che
mortifica un territorio già offeso abbastanza, una
comunità intera e i cittadini tutti stanchi di subire
angherie e soprusi. Chiediamo al sottosegretario Bertolaso e
al Governo tutto di ripensarci poiché tale scelta è
incompatibile con la presenza del Parco del Vesuvio che
dovrebbe essere tutelato e non inquinato. Diversamente
manifesteremo presto in piazza con i cittadini esasperati".
Napoli, 16 febbraio 2010 L'Addetto Stampa del
MIS con Rauti

giovedì 18 febbraio 2010

LIBERA CULTURA (di Umberto Franzese)

LIBERA CULTURA

di Umberto Franzese

A cosa serve etichettare la cultura? Cultura di destra o
cultura di sinistra? Serve la cultura o meglio la libera
cultura. Una cultura senza conflitti. Non la cultura di
questa o di quella parte. La cultura sta da una parte sola:
dalla parte della cultura. Non veste questa o quella divisa.
E' la politica che si appropria della cultura per il
proprio tornaconto, per il proprio comodo. E' la politica
che produce gli strumenti, le soluzioni, a breve o a lungo
termine per l'avallo delle proprie ideologie. La politica
che non sempre, però, valuta l'influenza che la cultura
esercita sulla comunità e nel governo della cosa pubblica.
Certo è che "è la cultura che fa girare il mondo".
Perché "la politica non è che l'imposizione delle
decisioni" che piovono dall'alto, delle decisioni,
cioè, "assunte dalle elite di governo. La cultura non ha
né padroni né partiti cui rendere conto. La cultura sa
che il modo migliore per aiutare tutti è non aiutare
nessuno". E' la politica che crea gli steccati, che
appiccica etichette, distribuisce patenti. La cultura è
una caratteristica della parte eletta, della parte
avvantaggiata, di quella parte dominante che indirizza,
forma la collettività.
Il vero intellettuale non è fazioso, settario, facinoroso.
Non produce, non genera disordine, arruffio.
Il suo ruolo, il suo compito è positivo, ancorché funge
da collante tra potere e popolo. Ma senza alcuna
appartenenza, perché soltanto non schierandosi, trova
maggiore credibilità. Non entra, è vero, nei giochi di
potere, ma lui stesso è un potere se non si aggrappa a
questo o a quel carro.
Tra i tanti non inseriti in elenco ci sono quelli in
posizione attendista o di rifiuto
nei confronti della politica politicante. Gli estranei, i
cani sciolti, gli "sparpagliati": sono quelli che,
rimanendo sani o meglio liberi, non partecipano, di
conseguenza, alla spartizione, al banchetto.
Ognuno, però, in maniera diversa, contribuisce alla
definizione di un "patrimonio valoriale" nel quale
struttura la propria identità.
Ma la controversia si allarga, si fa ampia. Ho voluto
tastare il polso ad una bella fetta di operatori culturali
attivi nella mia città che non si sentono legati ad alcun
carrozzone. Le risposte che ne ho
ricavato, niente affatto vaghe, avvalorano il mio pensiero:
la cultura non è né di destra né di sinistra; la
cultura è libera; la cultura è cultura; non ha niente in
comune con la politica; non deve essere costrizione; non ha
aggettivazioni.
C'è bisogno che ciascuno affermi, disegni la propria
identità. Una identità all'interno di comunità
sempre più vaste. Che per restare se stesso non si faccia
accecare da ideologie fuorvianti. Che produca mantenendo il
suo ruolo e il suo mondo e, quando ne sente il bisogno
producendone altri. Ma senza abiurarli. Che la sua sia una
voce tra le altre, anche controcorrente. Abbia la forza e la
spregiudicatezza di dialogare, di confrontarsi, di difendere
l'altro anche se sul fronte opposto al suo. Insieme si
costruisce, si decide ciò che è meglio.
Fare cultura non deve essere un'avventura senza sfondo. Un
contrasto perenne.Una tensione inarrestabile e confliggente.
Falsi laici e falsi credenti. Antichi vizi. Deliri razzisti.
Pensiero debole. Aborto e pena di morte.Demolizione delle
virtù virili, difesa del pater familias, del sacerdote,
del soldato. L'ecologia, la bioetica, la sostenibilità
della tecnica, i diritti dei popoli, il riconoscimento delle
diversità culturali e religiose. La tradizione, la storia
controversa, la povertà , i nuovi bisogni. Temi
affascinanti, per i quali vige il tentativo di
"influenzare" la cultura dell'intero Occidente. Temi
che vale la pena di essere orgogliosi di difendere. Valori
in cui c'è chi crede e fa suoi. Ma vale anche, che una
volta in prestito alla politica, questa se ne serva nel
pieno rispetto della comunità a cui fa riferimento.
La cultura quando occorre, se occorre, serva pure la
politica, ma restando libera. La cultura è una sommatoria
di conoscenze, di tradizioni trasmesse di generazione in
generazione al proprio gruppo sociale, alla propria
comunità. La cultura per ciascuno costituisce motivo,
ragione identitaria. Affonda le sue radici nel passato e,
più ricco è il passato, più radicata, più composita,
più viva è la cultura.. La cultura è anche attenta
alle istanze locali, al sud come al nord. Una cultura ora
foggiata sul modello federale, ora sulla variante
meridionalista, ora piantata su posizioni unitarie.
Una cultura che, mancando, genera degrado, arretratezza. Per
rinascere bisogna ripartire dalle origini, dalla memoria!

martedì 16 febbraio 2010

BRUNO E LAMBERTI (MIS CON RAUTI): LA RIATTIVAZIONE DI UNA SECONDA MEGA DISCARICA NEL PARCO DEL VESUVIO E' UNA VERGOGNA!

COMUNICATO STAMPA
BRUNO E LAMBERTI (MIS CON RAUTI): LA RIATTIVAZIONE DI UNA
SECONDA MEGA DISCARICA NEL PARCO DEL VESUVIO E' UNA
VERGOGNA!
Intervenendo ad un incontro con gli abitanti di Terzigno
(Na), nell'impegno dell'organizzazione per la presentazione
delle liste elettorali alle prossime elezioni regionali in
Campania, Comune nel quale ricadono, all'interno del Parco
del Vesuvio, le due mega discariche di rifiuti riattivate
dal Governo il Vice Segretario Nazionale Vicario del
Movimento Idea Sociale con Rauti Raffaele Bruno e il
Segretario Provinciale della Federazione di Napoli Vittorio
Lamberti hanno dichiarato:
"La scelta del Governo di autorizzare l'apertura di una
seconda mega discarica in località Cava Vitiello a
Terzigno (comune che ricade nell'ambito del Parco nazionale
del Vesuvio) è una vergogna ed un atto inqualificabile che
mortifica un territorio già offeso abbastanza, una
comunità intera e i cittadini tutti stanchi di subire
angherie e soprusi. Chiediamo al sottosegretario Bertolaso e
al Governo tutto di ripensarci poiché tale scelta è
incompatibile con la presenza del Parco del Vesuvio che
dovrebbe essere tutelato e non inquinato. Diversamente
manifesteremo presto in piazza con i cittadini esasperati".
Napoli, 16 febbraio 2010 L'Addetto Stampa del
MIS con Rauti

giovedì 11 febbraio 2010

BRUNO: INVITO I NAPOLETANI AD OPPORSI AI TRECENTOMILA AVVISI DI PAGAMENTO DI EQUITALIA IN ARRIVO!

COMUNICATO STAMPA
BRUNO: INVITO I NAPOLETANI AD OPPORSI AI TRECENTOMILA AVVISI
DI PAGAMENTO DI EQUITALIA IN ARRIVO!
Sull'argomento il Vice Segretario Nazionale Vicario del
Mis con Rauti Raffaele Bruno ha dichiarato:
"Il provvedimento d'invio di 300.000 avvisi di pagamento
da parte di Equitalia Polis deciso dal Comune di Napoli,
relativi a vecchie multe automobilistiche e camuffato con un
presunto condono inesistente è un vero atto di arroganza e
di illegalità, specialmente in un momento di povertà
dilagante e di disperazione sociale esistente, con le
famiglie indebitate e in ginocchio a causa della terribile
crisi economica in atto. Invito i napoletani a contestare ad
una ad una le lettere di avviso di pagamento degli strozzini
legalizzati di Equitalia, in quanto trattasi di multe
prescritte per legge o già pagate. Telefonate al
330/995465 per avere assistenza legale gratuita".
Napoli, 11 febbraio 2010 L'Addetto Stampa
del Mis con Rauti
WWW.MISCONRAUTICAMPANIA.IT

martedì 9 febbraio 2010

BRUNO: DOMANI IN PIAZZA A NAPOLI CELEBREREMO ANCHE LA GIORNATA DEL RICORDO PER LE VITTIME DELLE FOIBE!

COMUNICATO STAMPA
BRUNO: DOMANI IN PIAZZA A NAPOLI CELEBREREMO ANCHE LA
GIORNATA DEL RICORDO PER LE VITTIME DELLE FOIBE!
Mercoledi 10 febbraio, dalle ore 10,00 alle 14,00, i missini
in piazza Carità a Napoli, impegnati nella raccolta delle
firme contro i privilegi dei parlamentari, porteranno il
nastro tricolore in ricordo del massacro delle foibe di
Tito.
Sull'argomento il Vice Segretario nazionale Vicario del
Movimento Idea Sociale con Rauti Raffaele Bruno ha
dichiarato:
"Domani si celebra il Giorno del Ricordo in memoria delle
vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. È una
solennità civile che è stata riconosciuta con la legge
n. 92 del 2004 per mantenere vivo il ricordo, appunto, delle
drammatiche vicende dei confini nord orientali, una pagina
di storia del nostro Paese. In Piazza carità i dirigenti e
militanti missini celebreremo l'evento portando il nastro
tricolore al petto e con un minuto di silenzio"!
LA STAMPA E' INVITATA!
Napoli, 9 febbraio 2010 L'Addetto stampa del MIS con Rauti