lunedì 21 luglio 2008

IL MEZZOGIORNO DISCARICA ABUSIVA DEL NORD RICCO E INDUSTRIALIZZATO

Uno degli scandali che ha penalizzato il Mezzogiorno e di
cui nessuno ne parla è quello dello scarico di tonnellate
di rifiuti tossici e nocivi da parte del Nord Italia in
Campania e in altre regioni del Sud. Già nella relazione
al Parlamento fatta nel 2002 dal Ministro dell'Interno, si
parlava di un passaggio dalla raccolta dei rifiuti ad un
patto imprenditoriale con alcuni addetti ai lavori,
finalizzato all'esercizio di un controllo totale
sull'intero ciclo dei rifiuti illegali da parte della
malavita organizzata. Le regioni con i maggiori reati
ambientali in Italia sono in ordine, la Campania, la
Sicilia, la Calabria e la Puglia. Lo stesso elenco di
quando si parla dei territori con i maggiori sodalizi
criminali. Ma la regione che ha subito un vero e proprio
disastro ecologico senza precedenti è la Campania, non
solo e non tanto per la emergenza dei rifiuti appena
conclusasi, ma per il fatto che tra il fiume Garigliano e il
lago Patria, in particolare, tra la provincia di Napoli e
Caserta e tra i Comuni di Grazzanise, Cancello Arnone, Santa
Maria La Fossa, Castelvolturno, Casal di Principe – quasi
trecento chilometri di estensione – e nel perimetro
napoletano di Giugliano, Qualiano, Villaricca, Nola, Acerra
e Marigliano, secondo rapporti delle Cammissioni
Parlamentari Ambientali e delle Ecomafie, dei rapporti dei
Carabinieri dei Nas e della Guardia di Finanza, queste zone
sopraccitate sarebbero per trent'anni state trasformate
nelle discariche tossiche e nocive dell'Italia ricca e
industrializzata. E la parte più consistente dei traffici
di rifiuti tossici ha un vettore unico: nord – sud. Dalla
fine degli anni '90 diciottomila tonnellate di rifiuti
tossici partiti da Brescia sono stati smaltiti tra Napoli e
Caserta e un milione di tonnellate, in otto anni, sono tutte
finite soltante nel Comune di Santa Maria Capua Vetere. Dal
Nord i rifiuti trattati negli impianti di Milano, Pavia e
Pisa venivano spediti in Campania regolarmente per decenni.
Questi dati sono stati resi noti congiuntamente dalla
Procura di Napoli e quella di Santa Maria Capua Vetere,
grazie alle indagini coordinate dal pubblico ministero
Donato Ceglie, in collaborazione con decine di magistrati
impegnati in questo campo. Quest'ultimo magistrato ha
anche scoperto che in tre mesi oltre seimilacinquecento
tonnellate di rifiuti tossici dalla Lombardia sono giunte
nelle terre del Comune di Trentola Ducenta, vicino a
Caserta. Nel giuglianese, invece, è stata scoperta una
cava dimessa completamente ricolma di rifiuti. La stima
della quantità sversata corrisponde a circa ventottomila
tir. Una massa rappresentabile, immaginando una fila di
camion, uno appoggiato al paraurti dell'altro, che va da
Caserta fino a Milano. Ci sono anche i toner delle stampanti
ad ammorbare la terra e l'aria, come scoperto
dall'operazione "Madre Terra" del 2006, sempre
coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Tra i
Comuni di Villa Literno, Castel Volturno e San Tammaro, nel
casertano, tonnellate di toner delle stampanti d'ufficio
provenienti dalla Toscana e dalla Lombardia venivano
sversati di notte da camion che ufficialmente trasportavano
compost, un tipo di concime.

Le campagne del napoletano e del casertano sono divenuti
mappamondi della munnezza, cartine di tornasole della
produzione industriale italiana. Visitando discariche e cave
campane è possibile vedere il destino di interi decenni di
prodotti industriali che dal nord sono arrivati in Campania
quasi impunemente. Un enorme affare interamente gestito dai
vari clan camorristici, spesso in combutta con politici
corrotti, che ha fatto sì che in queste terre i tumori
siano aumentati del 300%, così come le leucemie nei
bambini, le malattie alla tiroide, alle vie respiratorie ed
allergie gravi.

Ecco perché mi arrabbio quando alcune regioni del Nord,
che per decenni hanno scaricato le loro scorie tossiche e
nocive nei nostri terreni agricoli, oggi per prendersi
qualche camion di nostri rifiuti, in un momento di
drammatica emergenza causata da una classe dirigente inetta,
hanno fatto capricci e storie. Così pure mi arrabbio
quando la Lega Nord di Bossi dice che a pagare il danno di
immagine che la Campania ha provocato all'Italia per
l'emergenza rifiuti deve essere (per centocinquanta
milioni di euro) la regione Campania e quindi i cittadini
campani. Tutto ciò è assurdo. E' ora, perciòche
qualcuno pensi seriamente di risarcire la Campania e il
Mezzogiorno per tutti i torti subiti e che Bassolino e
Iervolino, i massimi responsabili del disastro provocato
dalla crisi dei rifiuti, si dimettano immediatamente e in
Campania si volti pagina.

Raffaele
Bruno
(Presidente
dell'Associazione Vento del Sud)

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