giovedì 31 dicembre 2009

MA SI PUO' STARE TRANQUILLI ? (di Pino Rauti)

Ma non si può "stare tranquilli" !

Berluconi e tanti altri, a Palazzo Chigi e dintorni,
continuano a ripetere che, in termini economici e sociali,
possiamo – anzi, dobbiamo! – stare tranquilli; perché
il peggio è passato e le prospettive sono buone.

Sarà.

Ma, intanto, le notizie di ogni giorno, dall'Italia e un
po' da tutto il mondo, dicono esattamente il contrario;
dicono che la crisi c'è e che il peggio non è passato;
anzi, che deve ancora venire specie sul versante
dell'occupazione e in particolare per i giovani.

Vediamo, per esempio, cosa sostiene l'Organizzazione
Mondiale del lavoro; e non nel parere di questo o
quell'esperto tra i tanti che li lavorano, ma in un testo,
diciamo, "ufficiale"; nel suo "massimo" testo, il
Rapporto Mondiale per l'anno 2009. Ecco quanto, in termini
simili, hanno riportato molti giornali:

La crisi internazionale ha fatto perdere il lavoro a 20
milioni di persone nel mondo in un anno e resta una minaccia
per milioni di altri lavoratori se i piani di rilancio
dell'economia saranno terminati troppo velocemente dai
governi.

Lo ha stimato l'Organizzazione mondiale del lavoro nel suo
rapporto mondiale annuale 2009.

«Da ottobre 2008 sono stati persi 20 milioni di posti di
lavoro», specifica il rapporto, aggiungendo che «la
crisi internazionale del mondo del lavoro è lontana
dall'essere finita». In particolare, ha sottolineato
Raymond Torres, il principale autore dello studio, il
rischio più grande per la disoccupazione è «un
disimpegno precoce» dai piani straordinari messi in piedi
da molti governi a inizio anno per far fronte alla crisi. Se
questi piani avranno una conclusione troppo rapida, la
ripresa economica sarà «fragile e incompleta», stima
l'organizzazione, secondo la quale sono ancora a rischio 5
milioni di posti di lavoro nel caso in cui «le misure
approntate non saranno adottate o fatte proseguire».
Inoltre, ha sottolineato Torres, «un totale di 43 milioni
di persone attualmente senza lavoro rischia di avere un
periodo di disoccupazione prolungato o di passare
all'inattività».

Senza piani di rilancio, stima il rapporto, i Paesi più
industrializzati potrebbero non ritrovare i livelli di
occupazione pre-crisi «prima del 2013»; per quelli
emergenti e in via di sviluppo, si dovrà aspettare il
2011. Il rapporto, comunque, non ha ancora tirato le somme
sulla disoccupazione per l'intero anno. Alcune stime
preliminari, tuttavia, parlano di un numero di disoccupati
record nel 2009, pari a più di 241 milioni di persone nel
mondo.

Pino Rauti

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