domenica 10 maggio 2009

BRUNO, (CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA PROVINCIA DI NAPOLI), SI FERMI ISUBITO L'ABUSIVISMO EDILIZIO SUL VESUVIO!

S E G R E T E R I A N A Z I O N
A L E

C O M U N I C A T O S
T A M P A

BRUNO: (CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA PROVINCIA DI
NAPOLI) SI FERMI IMMEDIATAMENTE L'ABUSIVISMO EDILIZIO SUL
VESUVIO !
Sull'argomento il Candidato alla Presidenza della
Provincia di Napoli Raffaele Bruno ha dichiarato:
" Le città costruite e sviluppatesi alle falde del
cratere rappresentano un pericolo serio per la sicurezza dei
settecentomila e più abitanti che popolano la zona e
l'aumento indiscriminato di abusivismo edilizio, oltre a
rappresentare un attentato all'ambiente è anche un
saccheggio sistematico di un territorio dalla bellezza
incomparabile. Di fronte ad un eventuale e non esclusa
ipotesi di risveglio del Vesuvio non esisterà piano di
Protezione Civile efficace, finché il nocciolo del
problema - vale a dire la sciagurata edilizia e demografia
nell'area più vicina al vulcano - non sarà affrontato
con la necessaria determinazione. Per questi motivi il
Movimento Idea Sociale , insieme a delle Associazioni
ambientaliste e culturali ad esso vicino, sta effettuando da
mesi volantinaggi e manifestazioni di denuncia verso quelle
amministrazioni, locali, provinciali e regionali, che nulla
fanno per affrontare il gravissimo problema, prima che sia
troppo tardi e per sensibilizzare l'opinione pubblica delle
popolazioni locali. I segnali emergenti sono, purtroppo, di
segno decisamente negativo, poiché alla valanga di case e
ville edificate nel dopo - terremoto in diciotto Comuni
della cosiddetta "zona rossa" (circa tremila case costruite,
in grandissima parte condonate), entro i prossimi otto-dieci
anni potrebbe aggiungersi una massa di altri quarantamila
vani, secondo quanto previsto dagli Uffici tecnici
municipali, definiti "di prima necessità". Come se le
ragioni (meglio dire il buon senso) della sicurezza, della
tutela ambientale, della difesa dalla minaccia eterna del
vulcano fossero argomenti da non tenere in alcun conto. E
gli appelli dei vulcanologi di tutto il mondo ? E le denunce
di tante Associazioni impegnate a difendere l'ambiente? E
gli impegni solenni di amministratori regionali, comunali,
provinciali, deputati e ministri? Tutto finito nel vuoto,
come il coraggio dell'Ente parco del Vesuvio, che qualche
anno fa aveva avviato le prime demolizioni di ville abusive.
Quelle prime sentenze furono poi avversate ed intralciate
con ogni mezzo, politico ed amministrativo, sino a
precipitare nuovamente nella paralisi e nella piena
confusione la situazione dell'amara realtà quotidiana.
Ignoranza ed incoscienza, dunque. Basterebbe considerare la
differenza fra rischio Etna e rischio Vesuvio, per avere
un'idea del pericolo che incombe sul capo di centinaia di
migliaia di cittadini vesuviani, non tanto per il risveglio
probabilissimo del vulcano che non ha mai smesso di essere
attivo e sveglio, ma per la tragedia di un'impossibile fuga
in massa, se le previsioni di un "esodo programmato"
fossero, per motivi imprevedibili, disattesi. In Sicilia, le
prime abitazioni a rischio distano di sette chilometri dal
cratere. Qui, al Vesuvio, strade e case s'inerpicano sino a
poche centinaia di metri dalla bocca di fuoco e dalle
fumarole ubicate tutt'intorno ancora attivissime. Monitorare
la possibile risalita del magma, certo, è molto
importante. Ma l'umana imbecillità di chi è pronto a
costruire altre palazzine sui terreni ardenti, chi può
ancora fermarla? Organizziamoci, quindi, e manifestiamo
prima che sia troppo tardi".
Napoli,10 maggio 2009
L'Addetto Stampa
Dario Bruno

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